Ultimo aggiornamento 9 Marzo 2020 di Alessandra

Diamo per scontato che l’esperienza, e tutte le volte che ci è capitato di parlarne, abbiano ormai consolidato il messaggio di quanto sia importante essere presenti online con un sito internet aziendale. Passiamo quindi a parlare dello step successivo, ovvero l’importanza di monitorare l’andamento del nostro sito attraverso l’analisi delle statistiche!

Quale tipologia di utenti visita il nostro sito? Quali sono i contenuti che catalizzano maggiore interesse? Corrispondono a quelli su cui avevamo puntato durante la sua costruzione del sito? Andare alla ricerca delle risposte di queste e molte altre domande è un passaggio fondamentale per non sprecare l’investimento fatto e intervenire in tempo, in caso sia necessario, per correggere il tiro e ottimizzare lo sforzo.

Lo strumento principe di questo processo di analisi, detto web analytics, è Google Analytics, un tool gratuito fornito da Google per il tracciamento delle visite e più in generale per l’analisi delle statistiche di qualsiasi sito web opportunamente collegato alla console di monitoraggio. Nella pratica, questo passaggio può essere svolto attraverso un plugin (in caso di CMS open source) o caricando sul sito un file messo a disposizione direttamente da Google Search Console.

Siamo ben consapevoli che, per chi li affronta per la prima volta, il pannello di controllo e l’insieme di dati raccolti da Google Analytics possano spaventare e anche creare parecchia confusione. Per questo ci sembra utile mettere in fila quelle che sono le statistiche basilari per un’analisi efficace, ma anche accessibile a chiunque, di qualsiasi sito internet.

I rapporti statistici in cui vengono presentati i dati sono cinque:

  • RAPPORTO IN TEMPO REALE: raccoglie i dati sull’attività sul sito nel momento in cui si verifica. Il rapporto è costantemente aggiornato e ogni hit viene segnalato pochi secondi dopo che si verifica.
  • RAPPORTO DI PUBBLICO: fornisce informazioni approfondite sulle caratteristiche del segmento di pubblico raggiunto dal sito.
  • RAPPORTO DI ACQUISIZIONE: permette di mettere a confronto il rendimento di canali di marketing diversi (ricerca organica, social, link diretti e referral).
  • RAPPORTO DI COMPORTAMENTO: mostra il percorso seguito dagli utenti da una pagina o articolo a quello successivo. Questo rapporto permette di scoprire i contenuti che mantengono vivo l’interesse degli utenti che visitano il sito.
  • RAPPORTO DELLE CONVERSIONI: monitora le azioni di conversione concreta svolte all’interno del sito, sulla base di obiettivi predefiniti. Le conversioni più “classiche” sono l’acquisto di un prodotto tramite e-commerce, l’iscrizione alla newsletter, la registrazione a un evento, ecc.

Ognuno di questi rapporti contiene al proprio interno diverse metriche, alcune delle quali più semplici da interpretare di altre, che permettono di avere una panoramica generale dell’andamento del sito.

Le metriche fondamentali di Google Analytics sono otto:

  • LE SESSIONI: numero totale di visite in un dato intervallo di tempo, che può essere una settimana, un mese, un anno o qualsiasi altro intervallo personalizzato. La sessione, ovvero il tempo durante il quale l’utente interagisce con il sito, si interrompe dopo 30 minuti di inattività.
  • GLI UTENTI: il numero totale degli utenti che hanno avviato almeno una sessione nell’intervallo di tempo che abbiamo impostato. Poiché una persona può tornare più volte a visitare lo stesso sito i visitatori si dividono in utenti e utenti unici; questi ultimi sono effettivamente le persone che hanno visitato il nostro sito (identificate da un IP unico) mentre il numero dei visitatori comprende anche tutte le persone che sono tornate a visitare il nostro sito con lo stesso IP ma nel corso di una sessione differente.
  • LE VISUALIZZAZIONI DI PAGINA: il numero totale di pagine visualizzate, compresi i casi in cui un utente ricarichi la stessa pagina o quando cambia pagina/articolo/sezione rimanendo sempre all’interno del sito.
  • IL RAPPORTO PAGINE/SESSIONE: il numero medio di pagine visualizzate durante un’unica sessione, comprese le visualizzazioni ripetute. Un indicatore che, insieme ad altri, può fornirci informazioni sulla capacità che il nostro sito ha di trattenere un navigatore una volta catturato.
  • LA DURATA MEDIA DI UNA SESSIONE: ossia il tempo medio in cui un utente rimane all’interno del nostro sito che, insieme al rapporto pagine/sessione e alla frequenza di rimbalzo è un indicatore dell’interesse che suscitano i nostri contenuti negli utenti, spingendoli o meno a proseguire la navigazione.
  • LA FREQUENZA DI RIMBALZO: un dato percentuale che indica il numero di utenti che, dopo essere entrati nel nostro sito, l’hanno abbandonato senza proseguire nella navigazione. Più bassa è la frequenza di rimbalzo, maggiore sarà la capacità attrattiva del sito e migliore, in generale, il suo rendimento statistico.
  • PANORAMICA DELL’ACQUISIZIONE: visualizzabile all’interno del rapporto “comportamento”; un sguardo d’insieme che, come dice la parola “panoramica” stessa non potrà fornirci informazioni specifiche ma ci permetterà di avere un quadro generale delle sorgenti di traffico da cui gli utenti arrivano al nostro sito. Da questo, a seconda di quali sono gli obiettivi, potremo capire se funzionano le nostre strategie di SEO, SEM ed e-mail marketing.
  • I CONTENUTI PIÙ VISUALIZZATI (pagine di destinazione): anch’esso visualizzabile all’interno del rapporto “comportamento”; si tratta di un vero e proprio elenco di URL delle pagine e gli articoli che, nel lasso di tempo che stiamo analizzando, hanno catturato maggiore traffico. In una eventuale strategia di ottimizzazione del sito, la precedenza dovrà inevitabilmente essere data a questi contenuti più visualizzati, poiché, partendo dal presupposto di aver attirato l’attenzione degli utenti, se questi vengono incentivati strategicamente, sarà possibile “trattenere” il pubblico acquisito e raggiungerne anche molto altro.

Dopo di che? Una volta raccolti tutti questi dati la cosa più importante è prendersi del tempo per analizzarli e ricavarne i giusti suggerimenti su cosa funziona e cosa no – in termini di contenuti e di struttura – sul nostro sito aziendale. Solo così potremo ottimizzare l’investimento fatto nella costruzione del sito stesso e portare valore aggiunto al nostro business.