Il mondo del digital marketing sta attraversando una delle sue trasformazioni più significative: la fine dei cookie di terze parti. Questo cambiamento, annunciato da tempo e già iniziato con Safari e Firefox, sarà completato con la mossa di Google di eliminarli da Chrome entro la fine del 2025. Ma cosa significa davvero e, soprattutto, come si farà pubblicità online senza i cookie di terze parti?

I cookie di terze parti hanno rappresentato per anni la spina dorsale della pubblicità personalizzata. Grazie a loro, gli inserzionisti potevano tracciare i comportamenti degli utenti su diversi siti, costruendo profili dettagliati e mostrando annunci altamente mirati. Con la loro rimozione, questo tipo di targeting non sarà più possibile nei modi tradizionali.

Quali sono le alternative?

  1. First-party data: I dati raccolti direttamente da un brand (ad esempio tramite iscrizioni alla newsletter, acquisti o interazioni sul sito) saranno centrali. Le aziende dovranno investire in strategie per incentivare gli utenti a fornire volontariamente i propri dati, garantendo trasparenza e valore in cambio.

  2. Contextual advertising: Torna in auge la pubblicità contestuale, che propone annunci basati sul contenuto della pagina visitata anziché sul comportamento passato dell’utente. Meno invasiva e più rispettosa della privacy, ma anche meno precisa.

  3. Cohort-based targeting: Google propone soluzioni come Privacy Sandbox, con sistemi basati su gruppi di utenti (cohorti) con interessi simili. Il focus si sposta dal singolo utente al gruppo, riducendo il rischio per la privacy.

  4. Intelligenza artificiale e machine learning: Nuove tecnologie permettono di analizzare grandi quantità di dati first-party in modo più efficiente, prevedendo i comportamenti e ottimizzando le campagne pubblicitarie anche senza cookie terze parti.

In sintesi, il futuro della pubblicità online sarà meno centrato sul tracciamento individuale e più orientato alla qualità del contenuto, alla fiducia dell’utente e alla capacità delle aziende di costruire relazioni dirette. Chi saprà adattarsi non solo sopravvivrà alla fine dei cookie di terze parti, ma potrà cogliere nuove opportunità in un ecosistema digitale più etico e sostenibile.