Ultimo aggiornamento 10 Marzo 2020 di Alessandra

Fake news, bufale, menzogne, frottole, invenzioni, bugie: ci sono mille modi per definirle ma il concetto non cambia. Internet e social network sono alla portata di chiunque e tutti ne facciamo ampio uso, trascorrendoci ore e, sempre più spesso, utilizzandoli come fonte d’informazione primaria. Ma siamo in grado di capire cos’è vero e cosa no?

Fake news, un termine che ormai è sulla bocca di tutti ed una questione su cui i più non riescono a darsi pace

Partiamo dalle basi: cos’è una fake news? La definizione più chiara ed esaustiva ce la fornisce Wikipedia:

“Il termine inglese fake news (in italiano notizie false) indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici con il deliberato intento di disinformare o diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione. Tradizionalmente a veicolare le fake news sono i grandi media, ovvero le televisioni e le più importanti testate giornalistiche. Tuttavia con l’avvento di Internet, soprattutto per mezzo dei media sociali, aumentando in generale la diffusione delle notizie, è aumentata proporzionalmente per logica conseguenza anche la diffusione di notizie false.”
Si tratta, in parole povere, di menzogne create ad hoc su un certo argomento e veicolate, tramite diversi canali, alla popolazione.

Se dovessimo analizzare la questione fake news divulgate da televisioni e testate giornalistiche apriremmo una questione troppo grande: per questo motivo ci concentreremo sui social media e sul web in generale, partendo da qualche dato statistico.

Quanti utenti navigano in internet nel 2018?

Stando agli ultimi dati raccolti da We Are Social in collaborazione con Hootsuite, gli utenti connessi ad internet hanno superato i 4 miliardi, di cui 3 miliardi usano i social (e 9 su 10 accedono da mobile). In Italia 43 milioni di persone sono online e 34 milioni di utenti sono quotidianamente attivi sui social: il tempo medio trascorso su internet è di 6 ore al giorno (2 ore su piattaforme social) che è il doppio del tempo medio passato davanti alla TV. Alla luce di questi dati, non è difficile capire che il web e, più nello specifico i social, diventino uno strumento potentissimo per veicolare qualsiasi tipo di informazione. Siamo continuamente bombardati da qualsiasi notizia, che commentiamo, discutiamo, condividiamo e prendiamo per vera/falsa. La conseguenza è che il passaparola che si crea rende virali le news che compaiono nel feed della piattaforma in uso, rendendo più forte la percezione che sia una notizia fondata e attendibile.
Il dato più allarmante è che l’82% degli italiani non sa riconoscere una fake news! (www.ansa.it)

Quanti tipi di fake news esistono?

Si può fare una distinzione particolarmente importante sui tipi di fake news: esistono quelle create per sfruttare la pubblicità a pagamento di Facebook ideando annunci (falsi) con titoli “acchiappa-click” ed esistono quelle create, ad esempio, con l’intento di infangare il nome di una persona o di cambiare l’andamento di una campagna politica (vedi scandalo elezioni politiche presidenziali USA). Possiamo ben capire che le ultime sono una specie di bomba ad orologeria; teoricamente 4 miliardi di utenti potrebbero prendere per vera una notizia completamente falsa!

Considerazioni finali

La questione delle fake news è realmente grave e forse facciamo ancora fatica a comprenderne la criticità. L’Unione Europea sta prendendo provvedimenti per tentare di regolamentare la cosa; Facebook ha inserito la funzionalità “segnala fake news” con un bottone che cliccato invia l’articolo in questione a tutte le testate giornalistiche più importanti, le quali lo analizzeranno e dichiareranno se si tratta effettivamente di una notizia falsa o meno.

Il malcontento tra gli utenti è palpabile a causa dei continui dibattiti, che magari durano mesi, su questioni totalmente false. Dibatti in cui decine, centinaia, migliaia di persone si fanno portavoce di un miscuglio di notizie, articoli, pareri, idee e chi più ne ha e più ne metta, tentando di vincere la discussione. Il risultato è che altri utenti leggeranno i commenti prendendo un pezzetto di presunta verità o presunta falsità, commenteranno diffondendo altre notizie e così di nuovo, creando una vera e propria catena di produzione di false notizie.

“Le notizie false della storia nascono certamente spesso da osservazioni individuali inesatte o da testimonianze imperfette, ma questo infortunio iniziale non è tutto e in realtà in se stesso non spiega nulla. L’errore si propaga, si amplifica e vive solo a una condizione: trovare nella società in cui si diffonde un brodo di cultura favorevole. In quell’errore, gli uomini esprimono inconsciamente i propri pregiudizi, odi e timori, cioè tutte le loro forti emozioni. Soltanto […] dei grandi stati d’animo collettivi hanno poi la capacità di trasformare una cattiva percezione in una leggenda.” (Marc Bloch).

Saremo in grado di regolamentare la cosa? Riceveremo supporto dalle istituzioni? Saremo ancora in grado di distinguere il vero dal falso? A voi le considerazioni.