Ultimo aggiornamento 10 Marzo 2020 di Alessandra

Sono già passati sedici anni dall’attentato al Word Trade Center dell’11 settembre 2001, avvenimento ancora oggi impresso nella memoria di quanti quel giorno hanno potuto assistere, nell’arco di pochi minuti, allo schianto di due aerei contro le torri gemelle trasmesso in diretta su tutti i notiziari. Anche chi non era ancora nato lo ricorda in maniera indelebile, come fosse stato presente, grazie alla visione delle commemorazioni annuali, di filmati e di foto scattate in quella giornata.

L’11 settembre 2001 è una data che ha segnato il popolo americano, ha cambiato il corso della storia ed ha determinato un cambiamento importante anche in ambito di comunicazione.

Infatti, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila l’avvento di internet era in grande espansione e il computer, come il telefono cellulare, già presente in quasi tutte le case.

In quella giornata di settembre le molte persone che si aggiravano nelle vicinanze del Word Trade Center hanno filmato e fotografato la tragedia, mentre si consumava, da punti diversi della città ed hanno caricato il proprio materiale in rete: siamo così stati bombardati di materiale audiovisivo e fotografico che ci stava raccontando in tempo reale ciò che stava accadendo. L’11 settembre del 2001 è un fenomeno avvenuto completamente in presa diretta poiché le immagini che documentavano la situazione non sono state realizzate ed emesse soltanto da reporter o giornalisti, ma anche da tutti coloro che erano provvisti di un telefono cellulare dotato di fotocamera o videocamera. Così facendo chiunque ha potuto partecipare alla diffusione delle informazioni e per la prima volta nella storia non c’è stato modo di controllare tutto il materiale pubblicato in internet, di conseguenza foto di forte impatto, come quelle di persone che si buttano dalle Torri Gemelle, sono finite sotto gli occhi di tutti senza che gli sia stato attribuito un senso e causando così un’informazione frammentaria.

È da questo momento in poi che si parla della figura del Primo Osservatore, cioè colui che non guarda più a ciò che sa, ossia ciò che ha imparato nella sua storia, ma aspira invece alle molteplici possibilità che gli vengono offerte dai nuovi mezzi di comunicazione. È colui che riesce a navigare spaziando con disinvoltura tra discipline, periodi storici e correnti artistiche utilizzandole come bagaglio di esperienze attuali. Tutte le immagini, i dati e le informazioni raccolte nel grande archivio di internet vivono in un continuo presente che permette ai fruitori di utilizzarle ogni qual volta debbano formarsi un’opinione. Il tema principale quindi è il ricordo, infatti per il Primo Osservatore tutto accade per scomparire allo stesso tempo. Presente, passato e futuro sono raccontati nell’istante in cui si accende lo schermo e si ricercano delle informazioni in internet.

Il Primo Osservatore è il critico successore dell’Ultimo Testimone, quello non in grado di comprendere il ricordo come insieme di immagini da sovrapporre, infatti i libri e l’enciclopedia sono la sua certezza. La filosofia del suo pensiero deriva da quella illuminista, cioè raccontare cos’ha imparato: l’esperienza accomunata dal sapere è molto importante per poter formare le persone.

L’attentato alle Torri Gemelle ha completamente rivoluzionato il modo di pensare della gente e ora non possiamo far altro che chiederci, ci sentiamo più Ultimo Testimone o Primo Osservatore?