Siamo nell’ormai lontano 1996. La Concord Advertising, una agenzia inglese specializzata in campagne outdoor, decide di intraprendere una scelta non convenzionale: inizia a piazzare annunci pubblicitari dietro le porte dei bagni pubblici, per terra, sui distributori di benzina. Nasce così l’Ambient Advertising; da qui, il passaggio all’Ambient Marketing è molto breve.

Che cos’è l’ambient marketing?

Per Ambient Marketing si intende quella branca del marketing che si occupa dello studio dei luoghi e degli spazi, tramite i quali veicolare messaggi pubblicitari in maniera originale, sfruttando l’effetto sorpresa.

In effetti, in un mondo in cui gli annunci pubblicitari dominano letteralmente il campo visivo di qualsiasi persona (basti pensare a una normale navigazione in internet da smartphone o da computer, l’utilizzo di un’app, un viaggio in auto per andare a lavoro), riuscire a coinvolgere realmente uno spettatore non è cosa semplice: talvolta l’effetto sorpresa, se studiato e ricercato, può vincere la normale resistenza del consumatore e… indurlo all’acquisto!

L’effetto principale dell’Ambient Marketing è quello di suscitare la curiosità del potenziale consumatore, facendo sì che l’avvicinamento al brand o all’azienda sia “spontaneo”, voluto. Per questo tipo di pratica bisogna ipotizzare un funnel in cui l’imbuto sia, nella fase iniziale, molto ampio. Catturare l’attenzione di molte persone che in parte si scremeranno da sole, per giungere a un gruppo più ristretto di potenziali clienti che, incuriositi dall’originalità della pubblicità e dal prodotto, potranno indagare più a fondo interessandosi di mission e vision del brand, decidendo se acquistare o meno.

Quali sono le best practice dell’Ambient Marketing?

Se dovessimo creare delle linee guida per l’Ambient Marketing, potremmo riassumerle in questi punti:

  1. LA SCELTA DELLA LOCATION: come dicevamo nel paragrafo precedente, un luogo che sia particolarmente affollato potrebbe essere una scelta corretta. Piazze, fermate della metro, centri commerciali, aeroporti, discoteche, strade principali. Pensando un po’ più out of the box, potremmo immaginare come “luoghi” anche delle superfici di oggetti (una forchetta in un ristorante, magari?). Ti viene in mente qualcos’altro di interessante?
  2. RISPETTO PER LA PROPRIA IMMAGINE AZIENDALE: non svendere la tua autorità in un settore in cambio di dieci minuti di celebrità. Fai in modo che il tuo messaggio rispecchi molto bene la tua mission, la tua vision e il tuo tone of voice aziendali. Anche perché il tuo potenziale cliente non si fiderà mai di te se ciò che comunichi non è in linea con ciò che fai.
  3. ESSERE ORIGINALI, MA COERENTI: Ikea Francia ha arredato alcune fermate dell’autobus con divani e poltrone. Il senso? Ikea può trasformare qualsiasi posto in una “casa”. La carta vincente è il tuo modo di pensare un luogo.
  4. NON SERVONO BUDGET ENORMI: già, il budget è l’aspetto meno importante dell’Ambient Marketing. Non serve mica ricreare il Cristo Redentore di Rio de Janeiro in Piazza Dante a Napoli per suscitare l’attenzione dei passanti (Fastweb lo ha fatto davvero, scrivendo ai suoi piedi downloaded with Fastweb). Puoi essere originale e suscitare scalpore con molto meno.
  5. SFRUTTARE IL PASSAPAROLA: certo, questo non dipende esclusivamente da te. Però pensare a una campagna di Ambient Marketing che possa essere facilmente condivisa sui social potrà far rimbalzare la tua idea molto velocemente. Instagrammabile? Thumbs up per te! 👍🏻

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