Ultimo aggiornamento 10 Marzo 2020 di Alessandra

Se avete monitorato l’andamento del vostro sito nell’ultima settimana avrete forse notato come le SERP di Google stiano ballando in continuazione con alti e bassi anche significativi. L’origine di tutto questo è Florida 2.0, ovvero l’ultimo Google core update (aggiornamento dell’algoritmo principale), rilasciato a livello mondiale lo scorso 12 marzo!

Florida è, come di consueto, un soprannome che la community dei SEO affibbiati all’aggiornamento, per via della concomitanza tra il rilascio e la Pubcon Florida SEO conference. L’aggiunta del 2.0 sarebbe invece legata al fatto di distinguere questo update da quello con lo stesso nome rilasciato nel lontano 2003.

Contrariato da questa scelta, tuttavia, Google ha affidato a Twitter la propria dichiarazione ufficiale in merito: “we understand it can be useful to some for updates to have names. Our name for this update is “March 2019 Core Update”. We think this helps avoid confusion; it tells you the type of update it was and when it happened”. Fine dei soprannomi quindi, l’aggiornamento d’ora in poi sarà noto a tutti come “March 2019 Core Update“, a promemoria, tra l’altro, di come questo sia il terzo più grande aggiornamento core da quando Google conferma i suoi interventi pubblicamente.

Come per tutti gli aggiornamenti precedenti, per capire nel dettaglio quelli che sono gli obiettivi di valorizzazione e penalizzazione e i risultati effettivi all’interno delle SERP bisognerà aspettare e pazientare ancora un po’, perché spesso le oscillazioni “della prima ora” non rimangono tali e i posizionamento ritornano quelli precedenti (o molto simili) una volta che la situazione si è assestata. Sarà inevitabile che alcune nicchie siano più soggette a variazioni rispetto ad altre, ma molto probabilmente non dipende tanto dal contesto quanto dalla presenza di contenuti rilevanti all’interno dei siti colpiti da penalizzazione.

Quindi, in concreto, quali sono gli effetti sui siti italiani e sulle SERP di Google?

Secondo SEOzoom, il più celebre e completo SEO tool italiano, nei giorni subito successivi all’annuncio ufficiale dell’aggiornamento si rileva una scarsa attività (addirittura inferiore alla media) di variazioni nella Top 10 di Google, mentre al contrario sarebbero molto intense le oscillazioni interne alla prima pagina. Ciò significa che, per ora, Google sta semplicemente spostando i risultati già presenti nella prima pagina delle SERP, ma senza andare a “scavare” nelle altre pagine di risultati.

Secondo l’osservatorio di SEOzoom si potrebbe rilevare anche una elevatissima attività di testing di Google, con un incremento quasi del 7% di “grandi variazioni di posizioni in SERP”. Dall’undicesimo al cinquantesimo posto, invece, la situazione complessiva mostra un andamento simile a quello del percorso delle montagne russe, con pagine che rischiano di subire crolli tanto improvvisi quanto sostanziosi (anche di 30 o 40 posizioni) e altre che invece beneficiano dell’effetto opposto.

Quali settori ha colpito il March 2019 Core Update?

Come già detto, è presto per trarre conclusioni definitive e capire nello specifico quali ambiti hanno subito le penalizzazioni più importanti a seguito dell’update. Negli Stati Uniti ci sono stati i primi tentativi di analizzare il focus dell’update, e sul WebmasterWorld forum si possono leggere commenti di utenti che rilevano assestamenti nel settore medicinale, di altri che ancora che hanno notano variazioni nella nicchia dell’entertainment così via.

Come è possibile intervenire in caso di penalizzazione?

In attesa di poter analizzare i risultati definitivi di oscillazione delle SERP, per poter ricostruire chi Big G ha deciso di penalizzare e chi di valorizzare con questo update, sarà sempre buona norma concentrarci sui contenuti che abbiamo pubblicato nel nostro sito web, cercando – come dovremmo sempre fare, non solo in caso di aggiornamenti – di migliorarli non solo nella qualità ma anche nella rilevanza dei contenuti stessi, con la consueta attenzione anche a qualità e rilevanza dei backlink.