Ultimo aggiornamento 10 Marzo 2020 di Alessandra
Sono un’infinità gli studi fatti sui colori fino ad oggi e spesso sentiamo parlare di teorie scientifiche e complesse che ci fanno quasi dimenticare la dimensione, come la definirebbe Kandinsky, “spirituale” del colore.
Una cosa è certa, a ogni processo ottico, elettromagnetico o chimico che si produce nel cervello e nell’occhio umano corrisponde un processo psicologico.
J.W. Von Goethe parlava di “un’attività sensibile-morale del colore”, ma per capire meglio di cosa si parla richiamiamo un famoso esempio tratto dal famoso libro di J. Itten “Arte del colore”.
Immaginiamo degli ospiti invitati a cena, tra i quali avremo dame e signori, che vengono accolti in una villa in cui, già all’ingresso, si percepiscono dei gradevoli profumi di cucina. Ancora prima di vedere, gli ospiti potranno intuire cosa mangeranno e immaginare, grazie al profumo, che si tratterà di una cena coi fiocchi.
Giunge il momento fatidico, i commensali arrivano nella sala da pranzo e le elaborazioni mentali generate dai profumi prendono forma alla vista di una tavola imbandita di pietanze.
Gli ospiti si siedono e inizia l’esperimento: il padrone di casa accende una luce rossa e tutto appare ancora più appetibile, la carne diventa ancora più rossa e apparentemente più fresca, le patate arrosto diventano di un rosso brillante, la qualità si è alzata; ma ecco che poco dopo la luce cambia e diventa blu. A quel punto la carne assume un aspetto stantio, le patate sembrano marce, e le verdure, ad esempio gli spinaci, somigliano a mucchietti informi non ben definiti. È a questo punto che gli ospiti iniziano a perdere l’appetito.
Nuovo cambio di luce, che diventa questa volta gialla. Il vino in tavola è molto costoso e raffinato, prodotto di un lungo periodo di invecchiamento, ma in un attimo prende l’aspetto di un olio scuro e fa perdere ai nostri ospiti tutto il desiderio di assaporarlo. Il volto del commensale assume un aspetto giallastro, come del resto anche quello di tutti i presenti, e l’atmosfera sembra malsana.
Il gioco è fatto, sono bastate due luci in successione a far perdere l’appetito a tutti, alcune signore particolarmente suscettibili hanno sentito il bisogno di alzarsi e allontanarsi dalla tavola.
Questo splendido esperimento pone sicuramente di fronte ad una questione spesso sottovalutata: il colore esercita un’influenza profonda e sconvolgente e ha il potere di “rompere” le nostre percezioni e alcune nostre certezze sulla realtà che conosciamo.
Proprio per il proprio grande potere di suggestione sulla mente umana, il colore è sempre stato uno dei migliori alleati della pubblicità, per non parlare delle televendite in cui è stato a dir poco usurato.
Molte strategie di marketing si servono del colore, e questo lo possiamo confermare osservando gli attenti studi sugli allestimenti e su i rapporti luce/colore che vengono fatti negli interni dei negozi e specialmente nelle vetrine, dove il prodotto e l’ambiente vengono valorizzati proprio grazie all’illuminazione e al colore degli interni. Grazie ad alcuni attenti accorgimenti la qualità aumenta e il cliente si sente molto più a suo agio e, di conseguenza, anche più libero di scegliere il suo prodotto.
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