Il Pride Month, mese che celebra la comunità LGBTQ+ (Lesbian, Gay, Bisexual, Trans, Queer and more), è nato per ricordare la rivolta di Stonewall del 1969 a Manhattan. Il 28 giugno 1969 rappresenta, infatti, una data importante per i movimenti in difesa dei diritti LGBTQ+, quella sera davanti all’unico bar gay di Manhattan, lo Stonewall Inn nel Greenwich Village, in seguito a una retata della polizia, scoppiò una rivolta spontanea in difesa degli avventori omossessuali che venivano brutalmente prelevati dalle forze dell’ordine. In seguito all’evento, la situazione di emarginazione della comunità omosessuale accese un dibattito, anche istituzionale, per garantire alle persone LGBTQ+ i giusti diritti.

Da allora negli Stati Uniti l’ultima domenica di giugno è stata inizialmente celebrata come “Gay Pride Day” e successivamente nelle principali città della nazione il “giorno” crebbe fino a comprendere una serie di eventi della durata di un mese. Oggi le celebrazioni durano tutto il mese di giugno e includono parate, picnic, feste, workshop, simposi e concerti in tutto il mondo. Da qualche anno a questa parte molti brand si sono uniti a celebrare il Pride Month per mostrare il loro impegno verso un mondo più inclusivo e rispettoso dei diritti di ciascun individuo.

Cosa spinge i brand a celebrare il Pride Month?

Abbiamo già parlato di quanto le aziende siano sempre più attente ad orientarsi verso politiche green, intese sia come azioni per la salvaguardia dell’ambiente ma anche come attenzione all’inclusione. Il pubblico di oggi è informato, consapevole e attento, in particolare le nuove generazioni, ed è importante ribadire che queste scelte aziendali devono essere fatte da chi crede veramente in azioni concrete di sostegno e attenzione verso la sostenibilità a tutto tondo.

Nella narrazione marketing che l’azienda intraprende per il proprio pubblico, celebrare il Pride Month ha come obiettivo evidenziare l’impegno del brand verso la tematica. Inoltre i marchi più noti possono sfruttare la propria visibilità per sensibilizzare l’audience e informarlo su temi importanti come i diritti della comunità LGBTQ+.

Come possono le aziende aderire a questa campagna?

Da molti anni ad essere più sensibili al tema sono le case di moda che per l’occasione lanciano vere e proprie serie di articoli dedicati all’orgoglio omosessuale apponendo la nota bandiera rainbow su accessori e abiti. Oggi a manifestare l’adesione alla campagna sono anche numerose aziende, dalle più piccole alle più grandi, a testimonianza che il dibattito è acceso e sempre attuale. Numerosi sono gli interventi di comunicazione che si vedono in questo mese, post social dedicati, spot o contenuti specifici per le celebrazioni. Che si tratti di un contenuto strutturato o della semplice ricolorazione del logo con i colori dell’arcobaleno, la maggior parte delle aziende cavalca l’onda del trend e si rende protagonista del Pride Month.

C’è però un rischio. Se aderire a giornate internazionali può portare ad essere sempre sul pezzo rispetto a quanto accade intorno a noi, si deve tener conto che il Pride Month ha un significato profondo. Non ci si può limitare a “sfruttare” il mese per ottenere visibilità come si farebbe per la giornata mondiale della pizza o dell’amicizia. Il mese dell’orgoglio omosessuale parla di rispetto dei diritti di ciascun individuo, di necessità di abbattere discriminazioni sociali, di politiche, anche aziendali, di inclusione, o meglio, di “non esclusione”. Non è una questione di visibilità, di trend, di “moda” del mese e bisogna fare molta attenzione. Il pubblico è informato, è critico, è sensibile: una strategia lontana dall’immagine aziendale che usa impropriamente questa celebrazione può rivelarsi un boomerang.

Vale la pena celebrare?

Per aiutarti a capire se è opportuno che il tuo brand celebri il Pride Month prendiamo in prestito alcune domande da un post di Chris&Alex, creatrici digitali LGBTQ+:

  • Il tuo marchio ha intenzione di includere la rappresentanza LGBTQ+ nel marketing al di fuori di giugno?
  • Stai lavorando per rendere il tuo posto di lavoro e la tua forza lavoro diversificati e inclusivi?
  • Stai donando il ricavato a un’organizzazione LGBTQ+ o stai sostenendo organizzazioni piccole e meno conosciute?
  • Stai amplificando le voci LGBTQ+ dando loro spazio sulla tua comunicazione?

Se hai risposto sì a queste domande non esitare! Celebra con noi il Pride Month 2022!