I video sono sempre più utilizzati nei contenuti web e per questo Google si occupa di indicizzarli al meglio per mostrarli ai suoi utenti. Ma quando mettiamo online un video, come possiamo ottimizzarlo in modo che il motore di ricerca possa svolgere il suo lavoro nel miglior modo possibile?

In questo è proprio Google a suggerire alcune “best practice” relative alla SEO, che andremo ad analizzare insieme.

1)   Aiutare Google a trovare i video

Innanzitutto bisogna assicurarsi che ogni video sia disponibile su di una pagina web pubblica, in cui gli utenti possano guardarlo, controllando inoltre che la pagina non sia bloccata dal file robots.txt o dal meta tag robots noindex: solo così Google potrà individuare e indicizzare la pagina in questione.

Si suggerisce, poi, per garantire la massima esposizione, di creare una pagina dedicata per ogni video, associata a un titolo descrittivo o una descrizione univoca e nella quale il video sia l’argomento principale. È possibile includere lo stesso video, oltre che in una pagina dedicata, anche nella pagina originale insieme ad altre informazioni.

È necessario anche includere il video in un tag HTML appropriato, come <video>, <embed>, <iframe> o <object>: in questo modo Google può identificarlo più facilmente. Per lo stesso motivo è utile creare una sitemap per il video.

Bisogna assicurarsi, inoltre, che per caricare la pagina non siano richiesti specifici frammenti di URL, azioni complesse o interazioni da parte dell’utente.

Gli URL di contenuti o pagine di destinazione che richiedono identificatori di frammenti non sono supportati e attenzione anche se si utilizza un linguaggio JavaScript, che è particolarmente complicato per incorporare oggetti video.

Se il sito web incorpora video da piattaforme di terze parti come YouTube, Vimeo o Facebook, Google potrebbe indicizzare il video sia sulla propria pagina web sia sulla pagina equivalente del sito di hosting di terze parti.

2)   Assicurarsi che i video possano essere indicizzati

Dopo che Google ha identificato un video su di una pagina, sono necessarie ulteriori informazioni per renderlo idoneo a essere mostrato nei risultati video.

Come prima cosa, bisogna consentire a Google di generare una miniatura del video di alta qualità, utilizzando dei tag HTML specifici, come <video>, o <video:thumbnail_loc> in una sitemap o ancora la proprietà thumbnailUrl nei dati strutturati.

I formati delle miniature supportati sono BMP, GIF, JPEG, PNG, WebP e SVG e le dimensioni devono essere minimo 60×30 pixel, meglio se più grandi. Inoltre, almeno l’80% dei pixel della miniatura deve avere una trasparenza superiore a 250.

Fondamentale poi fornire i dati strutturati che descrivono il video per aiutare Google a comprendere l’argomento del video e a mostrarlo per le query pertinenti, assicurandosi di utilizzare miniature, titoli e descrizioni univoci per ogni video sul sito.

3)   Consentire a Google di recuperare i file dei contenuti video

Anche se una pagina video è indicizzata e idonea alla pubblicazione, Google deve recuperare il file video stesso per capire l’argomento del video e abilitare funzionalità quali le anteprime video e i momenti chiave. Per fare questo bisogna seguire queste “best practice”: utilizzare i dati strutturati per fornire il valore contentURL in un formato file supportato; non impedire a Google di recuperare i byte del file di streaming del video (quindi non bloccando l’URL o il dominio dei contenuti video con il tag noindex o il file robots.txt); la pagina host e il server per la riproduzione in streaming del video devono disporre della larghezza di banda necessaria per essere sottoposti a scansione e il file video deve essere disponibile in un URL stabile.

Ricordiamo che Google è in grado di recuperare i seguenti tipi di file video: 3GP, 3G2, ASF, AVI, DivX, M2V, M3U, M3U8, M4V, MKV, MOV, MP4, MPEG, OGV, QVT, RAM, RM, VOB, WebM, WMV e XAP.

4)   Abilitare funzionalità video specifiche

Google seleziona alcuni secondi dal video pubblicato per mostrare un’anteprima che può aiutare gli utenti a comprendere meglio ciò che vi troveranno. Per permettere questa funzionalità, è necessario consentire a Google di recuperare i file dei contenuti video.

Grazie alla funzionalità dei momenti chiave, gli utenti possono esplorare i vari segmenti di un video. Quest’ultimi possono venire rilevati in automatico da Google per mostrarli agli utenti, senza alcun intervento da parte del proprietario del video. In alternativa, si può indicarli manualmente a Google.

Se il video è ospitato su una pagina web, si possono attivare i momenti chiave specificando il punto di inizio e quello di fine esatti e l’etichetta da mostrare, oppure indicando a Google il punto in cui normalmente si trovano i timestamp nella struttura dell’URL, in modo che possa identificarli automaticamente e rimandare gli utenti a quei punti all’interno del video. Se il video è ospitato su YouTube, si possono specificare le etichette e i timestamp esatti nella descrizione del video su YouTube.

Per disattivare del tutto la funzionalità dei momenti chiave (inclusi i tentativi di Google di mostrare automaticamente i momenti chiave del video), si utilizza il meta tag nosnippet.

Per i video in live streaming si può fare in modo che venga mostrato un badge rosso “DAL VIVO” nei risultati di ricerca.

5)   Rimuovere o limitare un video

Per rimuovere un video da un sito, si può procedere in uno dei seguenti modi: restituendo un codice di stato HTTP 404 (Not found) per qualsiasi pagina di destinazione contenente un video rimosso o scaduto; includendo un meta tag robots noindex in qualsiasi pagina di destinazione contenente un video rimosso o scaduto (così si impedisce alla pagina di destinazione di essere indicizzata); oppure indicando una data di scadenza nei dati strutturati schema.org (la proprietà expires) o nella Sitemap per i video.

Se Google nota un video con una data di scadenza nel passato, il video non sarà incluso in nessun risultato di ricerca. La pagina di destinazione può comunque essere visualizzata come risultato web, senza la miniatura del video.

E’ possibile anche limitare l’accesso ai risultati di ricerca per un video in base al paese dell’utente, impostando la proprietà regionsAllowed per specificare in quali regioni è possibile visualizzare il video nei risultati di ricerca, oppure inserendo nella sitemap il tag <video:restriction>, inserendo un oo più codici paese  ISO 3166 delimitati da spazi.

Infine, Google offre l’impostazione SafeSearch, disponibile negli account utente Google che consente di stabilire se visualizzare o bloccare immagini, video e siti web espliciti nei risultati della Ricerca Google.