Ultimo aggiornamento 9 Marzo 2020 di Alessandra
Comunicare in una lingua straniera, in particolare in inglese, è da sempre considerato un mezzo di veicolazione di messaggi dal respiro internazionale, resi facilmente accessibili ad un pubblico straniero, ma non solo. Spesso perciò ci si trova a vedere siti, grafiche o post social tradotti con l’intento di catturare l’attenzione di una platea internazionale.
Come abbiamo già visto nel nostro articolo Paese che vai, linguaggio che trovi, quando si ha intenzione di promuovere il proprio brand all’estero si deve necessariamente tener conto di stili, gusti e modalità del paese in cui ci si vuole posizionare. Allo stesso modo, quando vogliamo che la nostra comunicazione varchi agevolmente i confini nazionali non possiamo pensare di effettuare una mera traduzione dei contenuti.
Perché si propone comunicazione in lingua straniera? I motivi possono essere due:
– per mostrare un’apertura internazionale e un approccio a un branding più globalizzato: in questo contesto trovano spazio tutte quelle realtà che vogliono trasmettere un’immagine più strutturata e moderna, anche solo come azione di marketing verso un pubblico italiano;
– perché effettivamente si propongono servizi e prodotti all’estero: ovviamente in questo caso si posizionano aziende che operano in un mercato internazionale che hanno una reale esigenza di comunicazione verso un pubblico straniero.
Ma qualsiasi sia il motivo è importante non sbagliare o peccare di leggerezza, ecco i nostri consigli per chi comunica utilizzando una lingua straniera per evitare brutte figure (internazionali):
1) NON TRADURRE – una traduzione letterale non sempre rispecchia il registro del nostro interlocutore straniero; al bando modi di dire, proverbi o espressioni troppo friendly, in una lingua straniera potrebbero non rendere allo stesso modo.
2) ATTENZIONE ALLA COSTRUZIONE DELLA FRASE – in altre lingue l’ordine dei complementi, gli incisi, la coniugazione dei verbi hanno regole sintattiche differenti dall’italiano.
3) OCCHIO AL LESSICO – i sinonimi esistono anche nelle lingue straniere!
4) PRODURRE CONTENUTI – bisogna pensare come proporre il contenuto al nostro interlocutore straniero, producendo per lui qualcosa di unico e diverso da quello che viene proposto per il target italiano.
5) MAI SOTTOVALUTARE IL PUBBLICO ITALIANO – ovvero non pensare mai che tutti gli italiani parlino un inglese maccheronico e non si accorgano di eventuali errori o leggerezze di traduzione.
6) NON TUTTO È TRADUCIBILE – nomi del brand, città, claim, espressioni particolari possono essere lasciati in italiano, anzi spesso sono veri e propri punti di forza che aiutano nell’azione di promozione.
7) NON “TUTTE LE LINGUE DEL MONDO” – per trasferire un messaggio di internazionalità non serve produrre contenuti in tutte le lingue, bisogna analizzare il proprio mercato e individuare al massimo 2 lingue straniere privilegiate/principali. Se il proprio mercato è più ampio e articolato, sarà più opportuno frammentare la comunicazione prevedendo, ad esempio, siti web dedicati a ciascuna nazione.
8) UTILIZZARE GLI HASHTAG GIUSTI – non sempre un hashtag, solo perché esiste ed è in lingua straniera, può essere utilizzato. È bene verificare come viene utilizzato e se ben si sposa con il messaggio che si vuole comunicare, a volte potrebbe fare riferimento a eventi locali, campagne particolari o comunque non c’entrare con l’effettiva significato delle parole che contiene.
9) AL BANDO GOOGLE TRANSLATE E WORDREFERENCE – quando si tratta di marketing e comunicazione aziendale è bene affidarsi a dei professionisti.
“Traduzione” deve lasciare il posto a “produzione”, per essere efficaci nella propria comunicazione internazionale, si deve necessariamente approfondire il target di riferimento, analizzare i contesti, monitorare i competitor e realizzare il proprio messaggio in virtù dei risultati emersi…
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