Abbiamo già parlato della nostra passione per la comunicazione politica e di quanto essa si distingua rispetto alla comunicazione di un’impresa, in questo periodo ci stiamo impegnando anche ad approfondire questo settore, analizzando diverse campagne elettorali, studiandole e non solo…
A settembre si terranno le consultazioni elettorali in 7 regioni (tra cui il Veneto) e in oltre mille i comuni italiani, tra cui quattordici capoluoghi di provincia e quattro di regione (oltre che il Referendum Costituzionale per il taglio dei parlamentare). Ma cosa significa fare una campagna elettorale? Lo abbiamo chiesto a Enrico Rinuncini, amministratore locale, già sindaco, oggi candidato consigliere regionale con “Il Veneto che Vogliamo”.
Da dove si parte per una campagna elettorale?
Da un progetto, da una candidatura, frutto di un percorso di condivisione, di relazione, di approfondimento dei temi e da una squadra con la quale si hanno in comune valori e obiettivi. Prima di tutto è un processo di adesione a un progetto nel quale ci si rispecchia. Bisogna avere ben chiaro quale sia l’obiettivo e strutturare una strategia per perseguirlo e una delle componenti principali per realizzarlo è sicuramente l’onestà. Come per le aziende bisogna capire quali sono i punti di forza e di debolezza, con un’attenzione alla gestione delle “crisi” e degli attacchi politici degli avversari.
Strategia: spesso si vedono cliché comunicativi e comunicazioni ridondanti, indipendentemente dall’appartenenza politica, è questo il modo migliore per affrontare una campagna elettorale?
No, fortunatamente ci sono tanti approcci possibili per comunicare il valore del proprio progetto. Personalmente ho sempre favorito la valorizzazione dei punti di forza del mio progetto, anziché l’attacco spietato a quello degli altri.
Credo che sia maggiormente apprezzato l’essere focalizzati sulla propria “offerta” e soprattutto è meno dispendioso in termini di energie. Perché passare il tempo ad attaccare gli altri quando puoi approfondire e prepararti sulle tue proposte? È evidente che questo aiuta anche a essere più consapevoli del proprio valore e pronti a eventuali attacchi.
Di cos’altro ha bisogno una campagna elettorale per essere efficace?
Dell’ascolto dei cittadini: bisogna saper creare occasioni di condivisione vera, in cui tutti possono interagire e portare istanze, dare suggerimenti e assumersi la responsabilità della scelta elettorale.
Se si riesce a costruire il progetto sul territorio, con le persone, con i portatori di interesse, i soggetti coinvolti contribuiscono attivamente e aderiscono con consapevolezza a quell’obiettivo. Vien da sé che serve il contatto con la gente, serve conoscere tutte le peculiarità del territorio: la storia, le aspirazioni. Serve la presenza, anche attiva: da una parte ascolto, dall’altra propongo le mie idee e condivido le progettualità.
Mettere al centro il bisogno dei territorio è essenziale per realizzare proposte di valore. L’aspetto dell’ascolto non va mai tralasciato: un buon amministratore e quello che riesce a rispondere a una necessità che recepisce dalle persone e l’unico modo per riuscirci è comunicare, incontrarle.
Che strumenti di comunicazione servono per una campagna elettorale?
“Santini” (n.d.r. i biglietti elettorali dei singoli candidati), volantini con le sintesi del programma, roll-up, vele, manifesti, più tutti gli strumenti web, la gestione dei social, le grafiche e infine l’organizzazione degli eventi in presenza e online.
Per te una nuova avventura, alla sesta campagna elettorale, 5 comunali e adesso quella regionale, cosa c’è di diverso?
Il Covid evidentemente. L’approccio alla campagna non cambia da comunale a regionale, il mio stile è quello, per me essere candidato come consigliere comunale o regionale non fa differenza se non nelle maggiori opportunità di incontro. Si moltiplicano i territori e di conseguenza la platea a cui raccontare il mio progetto diventa più ampia.
A fare la differenza è la pandemia che ci impone molta più presenza online e la sperimentazione di eventi più limitati in presenza a cui dare risonanza con i canali web.
Spesso i politici parlano per slogan, qual è il tuo per questa campagna elettorale regionale?
“Ridisegnare il futuro”: il mio intento è sempre stato di affrontare il mio impegno amministrativo con umiltà e spirito di servizio. Chi mi conosce sa che lo faccio con passione e voglia di portare un contributo per il bene della mia comunità. Fin dalla mia prima esperienza amministrativa, la mia porta è sempre aperta per gli oltre 13.000 cittadini che avevo la fortuna di rappresentare, l’auspicio è quello di portare questa modalità in Regione, un consigliere che conosce i territori, che li frequenta e che ha una porta aperta per raccogliere le istanze di tutti, per il bene della comunità.
Enrico Rinuncini è la dimostrazione di come i politici debbano, non solo in campagna elettorale, curare il proprio personal branding per trasmettere il valore del “marchio del candidato”, un lavoro attento e che deve essere accompagnato e supportato da una strategia di comunicazione attenta e strutturata che ponga al centro, proprio come in una strategia aziendale, il proprio pubblico, ascoltando per rispondere ai bisogni reali dei cittadini.
Puntoventi è fiera di supportare Enrico in questa nuova avventura, ridisegnare il futuro è una bella opportunità che non abbiamo voluto farci scappare! A lui il nostro grande in bocca al lupo!
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