Con l’aumento delle vendite online, sono tante le aziende che decidono di aprire un e-commerce. La competizione è spietata e per affermarsi e trovare la propria nicchia non si può lasciare niente al caso. Un piano marketing efficace è uno degli strumenti vincenti da usare per far decollare il proprio e-commerce.

 Le fasi del piano marketing per e-commerce

È sempre importante coinvolgere un professionista che possa mettere a disposizione la sua esperienza per guidare l’azienda verso la soluzione che sta cercando. Nonostante l’importanza dei numeri, nel mondo del marketing non ci sono formule da applicare che diano risultati per tutti. Si tratta di un processo di continuo studio e aggiustamento.

Di seguito vediamo quali sono le 5 fasi in cui è possibile dividere un piano marketing per e-commerce.

Analisi

In questa fase vengono presi in considerazione diversi fattori come il mercato di riferimento, i competitor e i consumatori. La comprensione della panoramica generale permette di capire se ci sono interventi da fare prima ancora di procedere con le altre fasi e se le risorse disponibili in quel momento siano sufficienti. L’analisi, a vari livelli, sarà presente anche in tutte le altre fasi come strumento per verificare quali sono i cambiamenti da apportare in corso d’opera. Anche le attività già esistenti dovranno svolgere periodicamente un’attività di analisi per verificare l’allineamento delle loro azioni al contesto in cui si trovano a operare.

Nel caso specifico degli e-commerce, in questa fase si dovrà effettuare anche l’analisi degli elementi della SEO che impattano sulle performance. Lo scopo è individuare quali sono le good practices e gli errori da evitare per avere una piattaforma correttamente ottimizzata.

Un altro passo importante è capire su quali social essere presenti in modo da poter creare profili o portare le dovute modifiche a quelli già esistenti perché siano più competitivi. Per esempio, se si volesse sfruttare Instagram come strumento per vendere, sarà necessario assicurarsi di avere non solo il profilo correttamente impostato ma anche di avere ben chiare le dinamiche da innescare, in modo da poter ponderare obiettivi e manovre futuri.

Obiettivi

Una volta ottenute tutte le informazioni sul contesto e le risorse, è possibile procedere col fissare degli obiettivi da raggiungere. Tenendo conto delle informazioni raccolte, bisogna fissare degli obiettivi che siano realistici e una data entro cui raggiungerli.

Un aiuto per stabilire degli obiettivi sensati viene dato dall’acronimo inglese SMART coi suoi 4 punti:

  • Specific (specifico): al di là di un generico “aumentare le vendite”, ci si deve focalizzare su di un aspetto in particolare della propria attività per volta. Per esempio, aumentare la percentuale delle vendite di un dato articolo è un obiettivo specifico che consente di aver ben chiaro il focus e la possibile strategia da applicare.
  • Measurable (misurabile): usare i numeri per quantificare i risultati da ottenere. In pratica, fissare quanti nuovi clienti e la percentuale di incremento delle vendite aiuta a mantenere una dimensione concreta più facilmente gestibile. Questo permette non solo di capire quando l’obiettivo può dirsi raggiunto, ma soprattutto di avere chiaro il quadro della situazione. Anche in caso di fallimento, è fondamentale possedere le informazioni necessarie per confrontare i risultati ottenuti con quelli sperati e attuare le fasi di analisi per correggere gli errori.
  • Achievable (raggiungibile): il lavoro continuo di analisi deve essere preso in considerazione anche per capire quali obiettivi ha senso darsi. Essere ambiziosi va bene, ma bisogna saper individuare quali sono gli obiettivi intermedi su cui focalizzarsi per raggiungere la destinazione finale.
  • Relevant (rilevante): in questo caso ci si focalizza di più sulla motivazione al raggiungimento del risultato sperato. Il mero guadagno non è considerato una motivazione abbastanza solida per generare alti livelli di dedizione verso qualcosa. Al netto di ragioni legate al proprio sostentamento, guadagnare di più solitamente viene desiderato per poter ottenere qualcos’altro (un’auto, una casa, viaggi, eccetera). Lo stesso vale per un’azienda che vuole crescere vendendo i propri prodotti online.
  • Time-based (basato sul tempo): definire delle scadenze aiuta a migliorare la produttività. Anche in questo caso bisogna rimanere coi piedi per terra e adottare il giusto grado di flessibilità in modo da raggiungere i propri obiettivi senza cadere vittime degli imprevisti.

Definizione della strategia a livello generale

In questa fase ci si focalizza sul come raggiungere i propri obiettivi fermandosi a un livello più generale. Si scelgono gli strumenti da utilizzare e il budget a disposizione. Si tratta di una linea guida che verrà poi approfondita nella fase successiva.

Fase operativa

È il momento in cui si definiscono le azioni concrete da compiere, quali saranno i compiti specifici per ciascuna delle persone coinvolte, la suddivisione del budget e le tempistiche da rispettare. Per esempio, al social media manager sarà dato il compito di seguire la campagna pubblicitaria dell’azienda su Facebook (con i suoi obiettivi specifici e relativo budget) e avrà a disposizione gli insights che provengono dai social per stilare un report (a cadenza mensile, trimestrale, ecc.).

Monitoraggio

Come per la fase di analisi, si tratta di un processo che avviene in modo continuo. Andranno, nello specifico, registrati i dati da usare come guida per aggiustare il tiro della strategia. Per esempio, se una campagna social non sta ottenendo i risultati sperati, è possibile operare degli interventi per cercare di invertirne l’andamento o, addirittura, procedere alla sua sospensione evitando di continuare a investire inutilmente risorse. Mettendo insieme i dati di tutte le metriche monitorate si ha una visione d’insieme della strategia, che, controllata periodicamente, può essere più facilmente ricalibrata.