Ultimo aggiornamento 10 Marzo 2020 di Alessandra

Passato il 2016, facciamo tesoro degli epic fail della comunicazione, annotiamoli e facciamo in modo di evitarli nel 2017! Ecco il nostro personalissimo excursus tra i post meno riusciti dell’anno appena passato.

#1 – La campagna per il Fertility Day

Il 22 settembre 2016 si è celebrato il primo Fertility day, Giornata nazionale dedicata alla formazione e informazione sulla fertilità umana, istituita con Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 luglio 2016.

La giornata è stata promossa dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e dal punto di vista della comunicazione ha scatenato una vera e propria bufera mediatica. Se da una parte politicamente i contenuti erano discutibili, le immagini e gli slogan utilizzati per la campagna, costata oltre 100.000 euro, erano decisamente inappropriati. Si è visto infatti un impianto decisamente americano, del tutto inadeguato all’audience nazionale. Una ragazza con una clessidra in mano, un rubinetto che perde, delle scarpette accompagnate dal tricolore sono immagini troppo forti, che non tengono conto del contesto sociale nel quale sono inserite. Anche gli slogan come “La fertilità è un bene comune” evoca una memoria, non troppo lontana, di regime autoritario.

Tuttavia della campagna se n’è parlato eccome e se l’intento dei pubblicitari che l’hanno curata era quello di smuovere gli animi, allora l’obiettivo è stato raggiunto. A nostro avviso, tuttavia, è un esempio di brutta campagna, punto.

#2 Vanity Fair e la copertina di Natale

Esempio di gestione social piuttosto azzardato. Trend di Facebook da quando sono state inserite le nuove reazioni è quello di far scegliere ai propri fan un contenuto attraverso like, cuore, wow, eccetera, un vero e proprio sondaggio social che incrementa l’engagement grazie alla possibilità di diventare protagonisti di una scelta. Nel caso Vanity Fair la scelta era editoriale e riguardava la copertina per il numero di Natale.

Perché un epic fail? Per una leggerezza commessa dai social media manager della testata che hanno chiesto di scegliere tra una bellissima immagine del monte Cervino, patrimonio naturale del nostro Paese, e una tragica immagine della fuga da Aleppo, scenario dei tragici fatti di queste settimane. La scelta è obiettivamente di cattivo gusto.

Successivamente Luca Dini, direttore di Vanity Fair Italia, è intervenuto sulla questione, ammettendo lo sbaglio e scusandosi con tutti gli utenti (che nel frattempo avevano sollevato un pandemonio social sulla questione). Questo errore ha però un risvolto positivo, Vanity Fair ha infatti gestito la “crisi” in maniera esemplare, scusandosi, motivando e rispondendo, mostrando grande capacità di interazione con il proprio pubblico.

#3 La Firenze Marathon… a Milano!

Per la serie “occhio ai dettagli“, per invitare i propri utenti alla Firenze Marathon del 27 novembre, Asics ha pubblicato sul proprio sito una bellissima immagine dello start della maratona con il suggestivo sfondo del Duomo di Milano… ecco, non aggiungiamo altro.

#4 Basta un sì? No, basta usi!

Di nuovo una svista, stavolta del Comitato per il Sì dell’ultima consultazione referendaria. Questi piccoli dettagli fanno molta differenza, non solo perché denotano poca attenzione, ma sopratutto perché rendono del tutto inefficace la comunicazione… e non solo, provate un po’ a vedere cosa appare sul sito www.bastausi.it (geniale!).


#5 “Stai” ovvero: le disavventure del correttore automatico

Rileggere è importante, lo sa bene, adesso, chi gestisce i social di Jesolo Christmas Village. Purtroppo le nostre tastiere impostate per l’italiano non riconoscono sempre i termini anglosassoni che ormai fanno parte del nostro linguaggio comune e così, come in questo caso, “stay tuned” diventa un orribile “stai tuned” e vogliamo sperare sia un problema di correzione automatica e non di poca conoscenza della lingua inglese!


#6 Il pompelmo tagliato e le insidie del copia/incolla

Bottega Verde ci propone un utilissimo fondotinta con estratto di Pompe. Ora, al di là di un’inutilissima maiuscola, i casi sono due: o si tratta di un errore di copia/incolla o chi ha inserito il prodotto nella vetrina online non ha verificato la visualizzazione finale prima della pubblicazione. Spesso infatti in back-end ci sono delle limitazioni che non sempre balzano all’occhio e possono portare a questi spiacevoli inconvenienti.

#7 Diventa stalker con solo 1 €!

Su Groupalia è apparso un annuncio di Corso.com che pubblicizza un “Corso online reato di stalking” con uno sconto del 99%. Assistiamo in questo caso ad una comunicazione tutta sbagliata. Il titolo non è chiaro, a cosa serve il corso? Inoltre la foto, dai colori cupi e inquietanti, non aiuta a “vendere”. Infine il costo, lo sconto del 99% sminuisce il valore del prodotto.

#8 La forma della bellezza

Anche la Gold’s Gym è inciampata sul no politically correct con questa pubblicità in cui sottolinea l’importanza per le ragazze del non-essere pera. Gioca infatti sulla forma del frutto ed evidenzia quanto non si addica al corpo di una donna. Ovviamente l’ira delle internaute si è abbattuta anche su questa comunicazione rendendo necessari chiarimenti e scuse.

#9 Trivelle e sorelle

Altro caso di campagna referendaria audace e sfrontata. Il messaggio è chiaro, tuttavia la volgarità risulta troppo estrema e di cattivo gusto. Inoltre se bastassero le rime per far buona comunicazione sarebbe tutto molto più facile!

#10 Terremoto social

Come abbiamo già sottolineato nel nostro post dedicato alle catastrofi sui social, è facile farsi prendere la mano e utilizzare il momento di visibilità di un evento come un terremoto per scopi commerciali. Ed ecco che il ristorante Piovono Zucchine subito dopo il sisma del 30 ottobre lancia una provocatoria locandina per pubblicizzare la cena di Halloween. Sui social l’accoglienza è stata, ovviamente, negativa. L’errore più grave di questa pubblicità è che sembra prendere in giro quanto appena accaduto nel centro italia. Non c’è solidarietà, anzi c’è un vero e proprio spot “aperti il 31”. Oltre a questo, le titolari del ristorante sui social hanno gestito in maniera molto discutibile la situazione, liquidando le critiche con commenti quali:

Questo è l’esempio più evidente di quanto importante sia gestire al meglio i propri social e la propria comunicazione e giusto per restare fedeli alle tradizioni, i buoni propositi per il 2017 sono: rileggere sempre i propri contenuti, non osare troppo e rispondere sempre in maniera appropriata alle critiche e ai commenti.