A un mese esatto dalla sua uscita ufficiale – il 3 dicembre 2020 – vediamo quali sono stati gli esiti più significativi, in termini di effetto sulle SERP, e, di conseguenza, le caratteristiche principali del Google Core Update dicembre 2020, il terzo aggiornamento massiccio dell’algoritmo di Big G dello scorso anno.

Annunciato, come ormai di consueto, tramite un tweet dell’account Google SearchLiaison, l’aggiornamento è entrato in azione con il consueto obiettivo: assicurare che le query degli utenti ottengano sempre risposte pertinenti.

Come da prassi già adottata per tutto il 2020, Google non ha rilasciato particolari istruzioni su ciò che questo aggiornamento avrebbe generato nel complesso mondo del ranking dei siti web sul motore di ricerca. Né tanto meno su come i webmaster dovrebbero affrontare l’ennesimo aggiornamento principale. Almeno non con informazioni specifiche.

Come intervenire in caso di perdita di posizionamento?

Già a partire dall’aggiornamento core di maggio 2020, infatti, Google ha voluto rilasciare una serie di linee guida generiche per chi si occupa di SEO, attraverso le quali ha voluto chiarire una volta per tutte che se il nostro sito perde posizioni dopo un update non si tratta di una penalizzazione mirata né dell’effetto di qualche errore, ma di un rimescolamento generale delle “classifiche” che viene fatto alla luce di nuove interpretazioni date a query, search intent e SERP.

Niente più interventi correttivi mirati post-aggiornamento, dunque, ma un lavoro costante e guidato dalla regola aurea dello “scrivere per l’utente”; solo così si possono ammortizzare gli scossoni derivanti dai diversi update.

Al di là delle parole rassicuranti dello stesso Google, ci sono ovviamente alcune operazioni che si possono iniziare a pianificare e mettere in atto, a cominciare dal verificare se c’è stato uno spostamento generale dell’interesse di ricerca verso un particolare argomento o se è cambiato il search intent di un nostro contenuto che ha perso ranking.

Inoltre, nell’immediato si può fare riferimento all’elenco di domande per valutare la qualità di un sito elaborato dal public Search Liaison di Google, Danny Sullivan, che aiutano a capire se i contenuti proposti sono ancora validi alla luce delle nuove “aspettative” di Google stesso, oltre che degli utenti, offrendo quindi indicazioni su eventuali mancanze da risolvere ed elementi da migliorare.

La fluttuazione delle SERP dopo il Google Core Update dicembre 2020

Sia per il December 2020 che per il May 2020 update, i tassi di variazione delle SERP registrati da appositi sistemi di monitoraggio – come SEOzoom o SEMRush – sono risultati molto simili. Se l’aggiornamento core di gennaio ha portato a una volatilità media di “soli” 8 punti, il 6 maggio quasi tutte le categorie hanno mostrato tassi di volatilità che hanno raggiunto picchi da 9 a 9,4 punti. Lo stesso vale per i dati registrati nelle due settimane successive al 4 dicembre. Una variazione che sembra avere avuto effetti molto più rilevanti e aver influenzato più SERP e posizioni.

Quanto tempo occorre per recuperare da un Core Update?

Google aveva anche fornito qualche ragguaglio sui tempi di recupero per un sito colpito da un core update. Ovviamente, molto dipende dai casi e dai tipi di situazione che hanno portato al calo: se il sito presentava dei gravi problemi di qualità, probabilmente dovrà aspettare un nuovo broad core update per il recupero (ammesso che sia riuscito davvero a risolverli tutti), mentre invece problemi di portata inferiore possono vedere risultati positivi in minor tempo.

In generale, gli spider e i bot di Google sono sempre alla ricerca di contenuti freschi e aggiornati. Una pagina web, dunque, potrebbe guadagnare un aumento nel ranking non per forza legato a un nuovo aggiornamento core. Il consiglio, dunque, è quello di mantenere il proprio sito costantemente aggiornato e curato nei dettagli, sia a livello di contenuti che di funzionalità di navigazione.