Ultimo aggiornamento 10 Marzo 2020 di Alessandra

Ormai l’abbiamo capito, il modo di comunicare è cambiato e sta continuando a cambiare. La tecnologia in costante evoluzione ha portato innumerevoli benefici all’uomo creando ponti di collegamento, nuove professioni, occasioni di formazione e informazione. Impossibile negare quanto l’innovazione tecnologica abbia semplificato le nostre vite ampliando le nostre possibilità in tantissimi campi. Potrebbe sembrare banale dirlo, ma lo sconvolgimento delle abitudini umane è talmente importante da dover essere identificato in una nuova era: l’era del web, l’era dei social, l’era della comunicazione high tech, l’era dell’evoluzione nel senso più ampio mai visto.

Fa strano pensare che poche decine di anni fa internet non esisteva: come facevano le persone distanti a comunicare? Come facevano a raggiungere un posto sconosciuto senza Google Maps? Come comunicavano agli altri il proprio pensiero? Siamo talmente abituati a utilizzare il web per vari e vari motivi che finiamo per identificare la vita pre-internet con un dolce ricordo dei bei tempi andati, quando per uscire con gli amici ci si telefonava a casa o “addirittura” ci si suonava il campanello.

A seconda dell’età, ovviamente, i cambiamenti vengono percepiti in maniera completamente diversa: c’è chi si è trovato a dover rincorrere un’evoluzione che sembra andare alla velocità della luce, c’è chi ha vissuto a cavallo del cambiamento e chi ci è proprio nato dentro. In quest’ultima fetta di persone vengono inseriti tutti quei giovani e giovanissimi nati negli anni 2000, i cosiddetti Millennials, coloro che una vita senza tecnologia nemmeno se la possono immaginare. Ma la trasformazione funziona proprio così: c’è chi la studia e la mette in pratica, c’è chi la osserva e ci si adegua, c’è chi nemmeno la avverte come una trasformazione perché non dispone di un paragone precedente. Molto spesso sono proprio gli ultimi nati ad insegnare come fare, come creare, come sfruttare al meglio l’innovazione; molto spesso, sono sempre loro a saper riconoscere meglio il filo sottile tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato in rete.

Sì, perché la trasformazione porta senza dubbio miglioramenti e opportunità ma anche rischi di vario genere. Ciò che stiamo vivendo non rappresenta un cambiamento prettamente tecnologico, le differenze si stanno notando soprattutto sotto l’aspetto procedurale e sociologico. Il modo di comunicare è cambiato, non solo perché i mezzi con cui farlo si sono evoluti ma anche e soprattutto perché il nostro pensiero è cambiato. Il web diventa scenario di scambio di informazioni, notizie, opinioni. Come e da chi questi contenuti vengano veicolati è, però, il vero rischio che ogni giorno corriamo.

Ci troviamo a parlare degli aspetti negativi del www perché di episodi al limite del concesso ce ne sono stati molti. Dalla scorretta gestione di una pagina social aziendale all’utilizzo ingannevole e massificatore dei mezzi di comunicazione. La questione ha carattere molto ampio, perciò concentriamoci in particolare sull’erroneo utilizzo dei social network.

Il primo pericolo è quello della falsa informazione, ovvero la tendenza a credere che tutto ciò che si legge sui social sia verità. Questo scatena una serie infinita di problematiche relativa all’effettiva opinione delle persone sui fatti accaduti o su varie tipologie di tematiche che, molto spesso, va a coincidere con quella della massa.

Si verifica poi, molto spesso, che il mondo social diventi contenitore di scambio di opinioni espresse in maniera irrispettosa e poco civile, generando un turbinio di reazioni poco controllabili.

C’è inoltre tutta la problematica legata alla pubblicazione di contenuti legati alla sfera privata, condivisi senza pensarci troppo su e senza possedere la piena consapevolezza della messa in rete di questi materiali.

Tutto questo, infine, si riassume nel più allarmante dei problemi: non siamo più in grado di scindere la vita reale dalla vita virtuale. Insultarsi tra i commenti di un post a carattere politico significa attaccarsi personalmente, facendo leva sui punti deboli delle ideologie delle persone. Prendere in giro i propri coetanei (e purtroppo non solo) nascondendosi dietro la propria cyber identità significa colpire queste persone anche in una dimensione che fuoriesce dal virtuale ed entra prepotentemente nella sensibilità dell’individuo. Seguire la tendenza del momento significa annullare la propria personalità per produrre contenuti che ottengano consenso, contenuti che il più delle volte non appartengono al nostro abituale modo di essere.

I social, purtroppo, se non utilizzati nelle loro opportunità positive tirano fuori il peggio delle persone e scatenano una serie di dinamiche che entrano nelle nostre vere vite senza il nostro consenso. I social devono essere strumento di contatto, di sano scambio di opinioni e informazioni, di progresso comune. Ma ciò che molto spesso siamo costretti a vedere è un triste regresso dell’umanità nel senso più valoriale.