Otto secondi. Su per giù. Nemmeno il tempo di inforcare correttamente gli occhiali. Da almeno un decennio studi e ricerche ci attribuiscono una soglia di attenzione che si aggira più o meno su questa misura. Mentre tentiamo di stare concentrati su un articolo, scorriamo quello accanto, apriamo una app o navighiamo altrove. E dopo anni di elogio del multitasking, si comincia a capire il rischio di una soglia di attenzione ridotta ai minimi termini anche dall’abitudine di fare più cose contemporaneamente.

Come possiamo catturare l’attenzione del lettore distratto

Chi si occupa di web copywriting sa bene che oltre a cercare di lavorare alla qualità dei testi – siano questi per un sito, per l’articolo di un blog, per i social (il tutto senza perdere di vista la SEO) – la grande questione da porsi nello scrivere (vale anche per il non web ovviamente!) è quella della soglia di attenzione del lettore. Innanzitutto iniziando con il catturarla, per poi mantenerla evitando che scappi dopo una manciata di secondi, lanciandosi in nuove velocissime avventure di lettura.

Le buone vecchie “5 W”: andiamo al sodo

Nel linguaggio del web le antiche 5 W dei giornalisti e della comunicazione in generale (Who? What? When? Where? Why?), si sono trasformate in quella che viene definita la piramide rovesciata. Per farla, appunto, in breve come i tempi richiedono: per prima cosa introdurre l’informazione fondamentale (what).

Il who (chi), se possibile viene prima, poiché sarebbe utile introdurre il what (cosa) con frasi di senso compiuto e magari iniziando con il soggetto che compie l’azione. In ogni caso seguendo le 5 W difficilmente si sbaglia, in buona parte dei testi, per carta e per web. Quindi spazio a chi, cosa, quando, dove e perché. Sembra banale a dirsi ma a volte occorrono molte righe per arrivare al sodo. E questo con il lettore distratto va evitato assolutamente.

Nel web non bastano le 5 W: andare “velocemente” al sodo

La lunghezza fa la differenza. Questo si traduce nella capacità di sintesi estrema e nell’eliminazione della maggior parte dei termini inutili. Limitare l’uso di aggettivi e avverbi è buona regola generale, sul web fondamentale. Fermo restando che talvolta proprio un aggettivo può essere il miglior modo di catturare l’attenzione.

Tornando alle misure, nemmeno troppo brevi però! Questo, infatti, non va bene per i motori di ricerca e per la condivisione. La misura ideale? Dipende dal testo che stiamo scrivendo, dalle 1.600 parole di un articolo alle 1.200 di un post. Ma anche queste misure sono ovviamente in costante divenire. Come pure l’attenzione dei lettori.

Occhio ai paragrafi e al loro contenuto

Paragrafare è una delle regole auree del web copywriting: nel caso di lettori molto distratti ricordarsi di sviluppare pochi concetti, meglio uno per paragrafo. Mettere sottotitoli chiari e utili a ciascun paragrafo puntando dritto alla domanda che muove il lettore verso il pezzo in questione.

Elenchi, grassetti, link, tabelle, finale

Tutto quello che velocemente cattura l’attenzione va sfruttato: usiamo tutte queste armi per guidare il lettore distratto velocemente a capire il contenuto. Molto utili sono anche le infografiche e le tabelle, oltre il paragrafo di chiusura, che in genere – dopo avere fatto un breve sunto al lettore – lo invita a compiere un gesto, la cosiddetta call to action (condividere, usare un coupon, chiedere info…).