Anche la biodiversità ora ha un colore, il pantone 1775 C.
Il Pantone Color Institute (PCI), azienda statunitense nata negli anni ’60, è conosciuta per lanciare ogni anno nel mese di dicembre il colore che rappresenterà, per i 12 mesi a seguire, i trend in ambito grafico e non solo.
Questa volta in collaborazione con Tealeaves, azienda produttrice di tè, e altre Organizzazione Non Governative ha promosso una campagna di sensibilizzazione per richiamare l’attenzione sulla perdita di biodiversità e per educare le persone alla tematica attraverso il rilascio di un nuovo colore chiamato “Pantone Color of Biodiversity”.
La crisi della biodiversità
Secondo il rapporto IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) delle Nazioni Unite, tre quarti del paesaggio terrestre sarebbe stato alterato dalle azioni umane, esponendo al rischio di estinzione circa un milione di specie. Se la perdita di biodiversità dovesse continuare a questi ritmi elevati, l’80% dei progressi compiuti attraverso gli obiettivi di sviluppo sostenibile messi in atto dalle Nazione Unite verranno presto minacciati. Ancora oggi, infatti, questa tematica viene spesso tralasciata e risulta essere ancora poco conosciuta e ben compresa.
Il “Pantone Color of Biodiversity”, una tonalità di rosa brillante, pone l’attenzione sulla velocità con cui stiamo perdendo la grande varietà e diversificazione di specie e ecosistemi, che sono essi stessi vita e ne alimentano in maniera ciclica il sostentamento.
Il colore più antico della terra
Laurie Pressman, vicepresidente del PCI, racconta che il colore individuato è il pigmento più antico della terra, nonché il risultato dei fossili degli organismi che vivevano negli oceani 1,1 miliardi di anni fa, più precisamente nel bacino di Taoudeni in Mauritania, in Africa occidentale. Nasce così l’idea di rivolgersi al Sahara, luogo considerato come uno dei più antichi della terra, come punto d’ispirazione per poter aiutare a mettere in evidenza ciò che è stato trovato nella terra prima che fosse abitata.
I pigmenti rosa brillante sono i fossili molecolari della clorofilla prodotti da antichi organismi fotosintetici che abitavano un antico oceano che è scomparso da tempo.
dott.ssa Nur Gueneli, Scuola di ricerca di scienze della terra dell’ANU
Pantone aggiunge così il colore della biodiversità al suo elenco di campagne incentrate sulla salvaguardia ambientale realizzate in collaborazione con grandi aziende e enti ONG, con la speranza di sensibilizzare le persone anche alle tematiche poco conosciute.
Come il Pantone Color Institute, noi di Puntoventi non possiamo che appoggiare questa campagna indossando il colore della biodiversità.
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