Il video advertising, la pubblicità somministrata in forma di contenuto video, non è certo una novità: andando indietro nel tempo si può risalire al Carosello, un insieme di sketch e filmati seguiti da inserzioni pubblicitarie. Eppure con l’avvento dell’online il video advertising ha subito un’impennata notevole e non è un caso che i big del mercato tech come Apple, Amazon e Meta (l’impresa statunitense che sta dietro a Facebook e Instagram), abbiano investito così tanto in questo comparto, e ci abbiano guadagnato molto di più!

Alcuni dati sul video advertising

  • Il mercato della pubblicità digitale nel 2022 ha superato i 4,5 miliardi di euro. Nello specifico il formato video per le campagne pubblicitarie è cresciuto del 5% giungendo al 34% del totale.
  • Circa l’80% degli utenti è in grado di ricordare un annuncio video con cui è entrato in contatto negli ultimi 30 giorni.
  • L’85% dei millennial ha dichiarato di aver acquistato un prodotto visto in un video promozionale.
  • 4 utenti su 5 in Italia guardano contenuti video regolarmente.
  • La spesa per l’advertising ha registrato un aumento dell’11% per un totale di 510 milioni di euro.
  • YouTube possiede circa due miliardi di utenti, per un totale di un miliardo di ore di video visualizzate ogni giorno.
  • Il 62% delle persone che ha visto un brand nelle Facebook stories rimane incuriosito e sviluppa interesse.
  • Il 90% degli utenti Instagram segue almeno una pagina aziendale.

Perché scegliere il video advertising?

Guardandoci attorno ci accorgiamo presto che le forme della comunicazione e della promozione in particolar modo si stanno orientando maggiormente verso contenuti brevi e fruibili nell’immediato. Ciò accade per un insieme di fattori: da un lato, l’esplosione di piattaforme di intrattenimento video, come YouTube, Twitch.tv, Netflix, Amazon Prime Video, Disney Plus; dall’altro la crescita di social basati sulla componente visuale (Facebook e Instagram, ma primo su tutti TikTok). All’interno di questo sistema il video advertising si è ritagliato una grossa fetta di tempo (basti pensare alle pubblicità che precedono e intervallano la visualizzazione di un video su YouTube).

È importante però, nella scelta di un percorso di video advertising per la promozione della propria azienda, o di un prodotto, scegliere con cura obiettivi e target, tenendo ben in considerazione la fine dell’era dei third-party data: a breve non sarà più possibile “rintracciare” gli utenti in internet tramite i cookie per la personalizzazione degli annunci. In un mondo digitale dominato dai first-party data, sarà l’utente stesso a concedere i propri dati e le proprie autorizzazioni in base ai propri interessi direttamente alle aziende.

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