Dell’importanza di popolare un sito, anche se si tratta di una “semplice” vetrina aziendale, di contenuti sempre nuovi e aggiornati abbiamo già parlato molte volte, soprattutto in ottica SEO. Ma come fare a scegliere la tipologia dei contenuti da produrre? Sono meglio contenuti analitici e approfonditi, magari pubblicati di rado, oppure contenuti più brevi e snelli, ma condivisi con maggiore frequenza? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

Quali sono i contenuti lunghi e quali quelli brevi?

Un contenuto è lungo se…

Entra molto in profondità nell’argomento che sta trattando, indipendentemente da cosa si tratta. Immaginando un testo promozionale, per costruire un contenuto dovremo coprire ogni aspetto delle offerte del marchio, comprese le caratteristiche, i vantaggi, le proposte di valore, le approvazioni, i casi di studio, ecc.

Obiettivo di questi contenuti è di solito quello di educare o informare coloro che cercano risposte a domande specifiche o vogliono saperne di più su un argomento. Tra le tipologie di testi che si prestano a essere organizzati come contenuti lungi troviamo, solo per fare alcuni esempi: pagine evergreen, post di blog lunghi e dettagliati, e-book e whitepaper, contenuti corner stone, tutorial e guide.

Strutturalmente questi contenuti sono di solito composti da 2.000 parole o più e, dal momento che c’è molto da digerire per i lettori, si utilizza un’organizzazione del testo che sfrutti elenchi puntati, sottotitoli, immagini e altri segnali visivi. In sostanza, tutto ciò che consente di stancare meno la lettura.

Il valore aggiungo dei contenuti lunghi è che tendono a posizionarsi meglio sui motori di ricerca e a guadagnare più backlink, ottenendo un tasso di conversione più alto. Di contro però, come è facile intuire, richiede un maggior dispendio di risorse per essere scritto.

Un contenuto è breve se…

È destinato alla lettura rapida. In genere, questo tipo di testi è più facile da digerire e copre un’area specifica di un argomento, invece di essere troppo dettagliato. Sono incluse frasi incisive e inviti diretti all’azione per trasmettere il messaggio giusto ai lettori.

Obiettivo di questi prodotti editoriali è di solito quello di trasmettere un singolo messaggio al pubblico di destinazione, in modo rapido ed efficace. Rientrano in questa tipologia, per esempio, post di blog più brevi (quando la pubblicazione è più frequente) e pagine di descrizione di prodotti e/o servizi. In termini di lunghezza un contenuto breve, dando per assunto il limite minimo di 300 parole, potrà contenerne circa 800-1.000, o anche meno.

Il vantaggio di un testo più breve è quello di trasmettere rapidamente un singolo messaggio, comunicare facilmente con i lettori con un breve intervallo di attenzione, oltre che essere meno dispendioso in termini di risorse per essere prodotto. Di contro però, con contenuti più brevi e più facile cadere nello stereotipo e nelle banalità.

Come scegliere la lunghezza di testo più adatta?

Come spesso accade in questi casi, la risposta è dipende. Non esiste infatti un modo infallibile per dire se per un business funzionerà meglio un’attività di copy orientata a testi più lunghi o più brevi; né esiste una regola ufficiale per la lunghezza ottimale del contenuto.

Per un’attività nuova sul mercato è chiaro che sarà sempre meglio fornire contenuti approfonditi ed esaustivi, per farsi conoscere meglio, viceversa un brand affermato non avrà questa stessa necessità.

La maggior parte delle volte, dunque, è il giusto bilanciamento tra i due elementi a rappresentare la soluzione migliore in ottica di marketing.