Una ricerca di Hootsuite, famoso software di gestione di profili social, ha analizzato quali siano i trend social che domineranno quest’anno

Nel mondo del web marketing più della metà degli esperti conferma che il proprio obiettivo per il 2021 è quello di puntare sulla comunicazione social come leva per raggiungere un maggior numero di clienti.

Questo ha ancora più senso se si pensa che il 70% degli utenti, in particolare chi ha un’età compresa tra 55 e 64 anni, dichiara di aver acquistato online nel corso del mese di gennaio 2021 e che continuerà a farlo anche dopo la fine della pandemia.

Oltre a ciò, buona parte della Generazione Z e dei Millennials afferma di voler continuare con acquisti di brand che hanno condizionato in maniera positiva la società durante il lockdown della primavera 2020.

Hootsuite, software di gestione di profili sociali, creato da Ryan Holmes nel 2008, ha pubblicato recentemente il report “Social Trend 2021” in cui vengono identificate le 5 principali tendenze che quest’anno influenzeranno e domineranno nel mondo dei social media. Questo studio è frutto di un sondaggio nel terzo trimestre del 2021 su 11.189 marketers, combinato con dozzine di interviste a esperti del settore e rapporti pubblicati da aziende come Deloitte, Edelman, eMarketer, GlobalWebIndex.

Prima di vedere nel dettaglio quali sono questi trend è necessario precisare che buona parte dei brand vuole aumentare il budget pubblicitario destinato a Instagram. Molti pensano di fare lo stesso anche con Facebook, YouTube e LinkedIn. Viceversa, nonostante il successo di TikTok nel 2020, le aziende non si sentono ancora sicure nell’investimento pubblicitario su questa piattaforma.

Ora vediamo in dettaglio i cinque trend social del 2021 individuati nel report di Sostituite.

Trend social #1- La corsa al ROI

Il ROI (return on investment o ritorno sugli investimenti) è un indice di bilancio che è utile alle aziende per conoscere quanto rende il capitale investito in una certa azienda.

Il 2020 è un anno da ricordare perché ha influenzato molto l’economia di tutti i Paesi a livello mondiale e ha avuto un impatto anche nell’ambito della pubblicità.

Le aziende, perciò, devono rivalutare i loro capitali e come investirli: alcuni affermano che vogliono aumentare il loro numero di clienti migliorando la loro esperienza, altri vogliono acquisire maggiori informazioni da quest’ultimi, ma sono in pochi.

I brand, dunque, devono trarre vantaggio dai vari strumenti che offrono i social, al fine di differenziare i prodotti e servizi e migliorare l’esperienza online dei clienti.

Come possono farlo?

Uno spunto può essere certamente quello di investire nelle campagne multicanale che può far aumentare il ROI fino a un 35%. In più, i brand possono puntare sullo shopping online, utilizzando per esempio Instagram Live o Pinterest come showroom virtuali; infine, hanno la possibilità di fidelizzare i clienti attraverso i canali social.

#2- Il silenzio è oro

Nel mondo dei Social Media è facile esprimersi su articoli, blog o post con un tono eccessivamente sentimentale e la principale conseguenza per i brand sarà quella di venire derisi dagli utenti, risultare noiosi o poco interessanti.

Le aziende, dunque, per evitare di pubblicare contenuti troppo lunghi e/o poco intriganti per i lettori, dovranno per prima cosa capire dove e quando inserirsi nelle conversazioni e nella vita degli utenti dei Social Media, cercando di risultare accattivanti e stimolanti.

In secondo luogo, un’azione da mettere in atto è quella di non ignorare le metriche sul consumo passivo di contenuti. Si è rilevato infatti che non sempre gli utenti online condividono ciò che leggono sulle loro piattaforme social, ma i media vengono consumati passivamente.

Oltre a ciò, dato che spesso è difficile monitorare le conversazioni che avvengono sui Social Media, è necessario, rafforzare i dati del Social Listenig con dati da altre fonti, allo scopo di leggere le informazioni che si ottengono nella maniera più chiara possibile.

Infine, un ultimo spunto è quello di continuare a credere nel potere degli UGC (user generated content), perché sono economici e sono contenuti a cui le persone si affiancano facilmente.

#3- La rivincita dei Baby Boomers

Con il termine baby boomer viene comunemente indicata una persona, di sesso sia maschile che femminile nata durante il periodo del notevole aumento demografico noto con il termine inglese di baby boom, che proseguì parallelo al boom economico nel secondo dopoguerra.

Nel corso dello scorso anno, però, lo scenario generazionale dei Social Media si è completamente rivoluzionato: a causa della pandemia, infatti, gli utenti hanno avuto più tempo da trascorrere in Internet, tra cui ad esempio le Live Streaming, giochi e pagamenti online; tutto ciò ha permesso agli utenti di avere maggior sicurezza nel mondo virtuale.

In altre parole stiamo parlando di quegli utenti, di età compresa tra 55 e 64 anni, i quali affermano di aver acquistato qualcosa online, e il 37% prevede di continuare a farlo con più frequenza quando sarà finita la pandemia.

In questo scenario le aziende non potrebbero far altro che segmentare i Baby Boomer in base alle loro passioni o hobby; questo comporterà a un aumento del 40% del ricordo dell’annuncio.

Inoltre, un altro input potrebbe essere quello di lasciare da parte gli stereotipi generazionali: i Baby Boomber non vogliono vedere delle campagne pubblicitarie in cui vengono raffigurati come “vecchi”. Infine i brand possono usare le recensioni online per aumentare la fiducia di questi utenti.

#4- Conosciamoci di più

Molti brand sostengono che raggiungere i consumatori online e sul web sia davvero facile perché ragionano sui numeri evidenti di utenti presenti sui Social Media (oltre 4 miliardi) e la loro crescita nel 2020 del 12%, ma spesso non è così facile.

È necessario fare riferimento, infatti, a un dato estremamente importante: il 54% dei marketers afferma che non sono sicuri che i propri follower siano clienti effettivamente più attivi rispetto a quelli con cui non interagiscono digitalmente. Questo è dovuto al fatto che non sempre si ha la chiarezza se si sta interagendo con un cliente acquisito, un nuovo lead, un ex dipendente o un troll.

In più, un’immediata conseguenza è la mancanza di integrazione dei dati derivati dai canali social.

Cosa possono fare i brand in questo scenario?

Sicuramente una delle prime azioni da fare è quella di utilizzare i Social Media non solo come canale per coinvolgere gli utenti, ma come una ulteriore fonte di dati che può aiutare a rafforzare la strategia di comunicazione.

Un altro consiglio è quello di tenere traccia di tutti i dati raccolti sia dalle campagne organiche e da quelle a pagamento; e infine quello di impostare periodi di lavoro manuali in assenza di soluzioni tecnologiche ad hoc, configurando manualmente un flusso di lavoro che può aiutare a misurare i risultati raggiunti sui Social Media.

#5- Tra cambiamento sociale e cambiamento Social

A causa della pandemia Covid-19 si sono riscontrate diverse ricadute economiche ed emotive tra i cittadini europei che hanno spinto il capitalismo verso un cambiamento socialmente responsabile. Ciò ha portato a un cambiamento socialmente responsabile anche per le aziende.

Sarà necessario per i brand, quindi, seguire questo trend social e iniziare a pubblicare questioni mai trattate prima: dovranno adattarsi alle aspettative delle generazioni che avranno di fronte e modellarsi rispetto alle nuove modalità di apprendimento degli utenti.

Cosa possono fare i brand in questo scenario?

Un’alternativa da dover tenere in considerazione per le aziende è quella di creare una Social Media Policy che possa fornire linee guida per dare a tutti la possibilità di agire rapidamente e con sicurezza; un altro spunto è quello di impostare un traffico preciso per le comunicazioni di crisi sui canali social, ovvero un piano interfunzionale che aiuta a risparmiare tempo prezioso e mantenere tutti concentrati in caso di crisi sui social media. Infine si può utilizzare il Social Listening come strumento di intelligence che possa aiutare le imprese a prendere decisioni più intelligenti sulla base delle mutevoli esigenze dei clienti.