Esattamente tre anni fa parlavamo dell’influenza della Generazione Y (anche detti Millenial) sullo sviluppo del mercato digitale, all’insegna di influencer, brand ambassador e selfie. Ora è arrivato il tempo della Generazione Z, ovvero di tutti coloro che sono nati nella seconda metà degli anni ’90, per i quali rete e connessioni hanno influenzato in maniera indelebile il modo di vivere. Sono loro, oggi, i principali orientatori delle tendenze del mercato!

Qualche settimana fa abbiamo parlato dell’importanza, in generale per tutto ciò che riguarda le attività di marketing e comunicazione, della profilazione del target. Ora la domanda è: come sono già cambiati e cambieranno nel prossimo futuro i target a seguito dell’emergenza Coronavirus? E, di conseguenza, quali sono le strategie per intercettarli?

Le caratteristiche della Generazione Z

È stimato che i giovani della Generazione Z trascorrano una media di almeno 5 ore online, per buona parte sui social e su applicazioni come WhatsApp o TikTok. Si ritrovano quindi a essere da un lato molto connessi ma dall’altro anche significativamente più soli rispetto alle generazioni precedenti. In linea di massima possiedono inoltre un più profondo valore della comunità, intesa come modo di aggregazione e condivisione.

Quale generazione è stata più colpita dal lockdown

Se da una parte, l’isolamento ha senza dubbio acuito alcuni fenomeni di ritiro, dall’altra l’uso dei social ha consentito ai nativi digitali di adattarsi più facilmente di altri all’isolamento sociale. Paradossalmente, dunque, anche se gli ultimi mesi segneranno la generazione attuale tanto quanto eventi come i grandi conflitti internazionali o la caduta delle Twin Towers hanno segnato quelle passate, il target che esce più mutato nel corso di questo lento ritorno alla normalità è quello dei Millennial.

In che modo i brand possono intercettare questo nuovo target

Dopo mesi di Didattica a Distanza, che li ha portati probabilmente ad aumentare ulteriormente il tempo passato di fronte a uno schermo, i giovani della Generazione Z sono ancora più insaziabili e difficili da accontentare;  alla costante ricerca di video, campagne, modi di comunicare che colpiscano nel minore tempo possibile.

Essere veloci ma indimenticabili

Il primo consiglio è quindi quello di essere veloci e puntare a colpire nel segno, con l’obiettivo di catturare questo target e la sua soglia di attenzione più bassa della generazione precedente. Il video, o comunque l’immagine dinamica, soppiantano per questo target la cara vecchia foto, percepita spesso come noiosa e vecchia.

Per intercettare questo target dopo il Covid la pianificazione di qualsiasi campagna dovrebbe essere sovvertita. Se l’obiettivo di un’azienda è quello di conquistare i giovani della Generazione Z sarà utile, per dirla con un paradosso, pensare prima a come raccontare il business tramite un video di Tik Tok e solo dopo a declinarlo in una campagna di advertising classico.

Credere in un valore

Gli argomenti più sensibili per questi nuovi nativi digitali sono, solo per citarne alcuni, il cambiamento climatico e l’inclusione della diversità. Per questo nel mercato online vanno alla ricerca non solo di un prodotto che soddisfi le loro esigenze ma anche di brand con una filosofia quanto più vicina agli ideali per cui sono disposti a lottare.

I giovani della Generazione Z, dunque, cercano brand e acquistano prodotti non con un messaggio commerciale, ma con un valore reale, ovviamente non semplicemente dichiarato ma sostenuto da un lavoro di inclusione all’interno della strategia a breve e medio termine.

Creare partecipazione

Attraverso contenuti pensati, come si accennava sopra, prima e solo per le piattaforme digitali è possibile fare in modo di avere un contatto diretto con i propri consumatori, comunicare autenticità e costruire quel rapporto di fiducia tanto importante per un efficace storytelling aziendale. Questo è importante, a maggior ragione, se si considera che questa è una generazione che non vuole sentirsi distante dai brand che acquista, vuole fare domande e ricevere risposte e cerca una continua interazione e partecipazione, con l’obiettivo di creare insieme.