Incremento delle vendite online, cambiamento nella fruizione dei contenuti pubblicitari e non pubblicitari, accresciuta diffusione delle piattaforme digital, ma anche contrazione degli investimenti e crisi economica. Tutto in un anno inatteso e difficile. Da mesi ci si interroga su cosa stia accadendo – dentro la crisi del Coronavirus – alle abitudini di acquisto dei consumatori. Il settore pubblicitario europeo, e ovviamente anche quello italiano, stanno veleggiando dentro i mari tempestosi di un cambiamento epocale, ma a guardarlo con gli occhi di Michael Todd, Head of Advertising Industry Relations EMEA in Google, sembra che “non tutti i mali vengano per nuocere”. Con il suo gruppo di lavoro, Todd si relaziona con i più importanti enti commerciali, associazioni di categoria e industry leader per promuovere una crescita sostenibile, mantenere la fiducia dei consumatori e risolvere le sfide dell’industria pubblicitaria. Il team si è confrontato nei mesi scorsi con diverse agenzie pubblicitarie e aziende, per capire in che modo ci si stia adattando al mondo post-pandemia e quello che è emerso sono una serie di consigli per affrontare i nuovi scenari senza piangersi addosso, ma con energia e lungimiranza.

I 5 “consigli” emersi da questo confronto sono i seguenti:

Mettere in primo piano il fattore umano

L’emergenza ha evidenziato costantemente che le campagne di comunicazione devono sintonizzarsi rapidamente sulle emozioni dei consumatori, puntare alla solidarietà. Chi si occupa di comunicazione deve accompagnare aziende e brand verso un contatto empatico con il cliente.

Sostenere la nascita di una nuova comunicazione

Questo in larga parte è già avvenuto, chi lavora nel settore ha accompagnato i clienti in questa inattesa e veloce trasformazione, creando eventi digitali, siti di vendita online, strategie e contenuti riadattati in tempi strettissimi. “Le agenzie e i clienti stanno imparando a parlarsi più seriamente – spiega Emanuele Nenna, presidente di Una – più in profondità, a condividere di più, a considerarsi partner, a rispettarsi reciprocamente. E questa sarà la chiave di quello che io mi aspetto possa essere un “rinascimento della comunicazione”: non solo una ripresa degli investimenti e una rinnovata spinta creativa, ma una nuova coscienza collettiva, una nuova cultura, un ritorno al valore vero”.

Supportare l’ecosistema adv

La pubblicità è un motore fondamentale dell’economia, magari va ripensata, come si è fatto in tutto questo periodo difficile, ma senza perdere di vista il suo ruolo fondamentale per uscire dalla crisi.

Intraprendere nuove strade

La crisi ha aperto le porte a tante difficoltà ma anche alla possibilità di intraprendere strade nuove. “La pressione derivante da una situazione come questa ha prodotto alcuni interessanti cambiamenti. I clienti sono più disposti a provare le novità, soprattutto per quanto riguarda soluzioni tecniche che consentono di utilizzare nuove strategie, come le offerte basate sui profitti o l’ottimizzazione di questi ultimi – spiega Christoffer Lötebo, Group CEO Precis Digital – Nel marketing non si dovrebbe mai tirare a indovinare. Avendo a disposizione funzionalità avanzate in termini di modelli, diventa più facile capire che cosa favorisce l’aumento delle entrate di un’azienda: è il prodotto, il mezzo o il brand?.

Ripensare la cultura aziendale

La pandemia ha evidenziato che per adattarsi alle esigenze di distanziamento sociale, anche i brand più riluttanti sulla trasformazione digitale, ora agiscono con rapidità ed efficienza. Ma viene sottolineato giustamente che anche la più innovativa delle strategie di marketing non potrà mai essere realizzata se non è sostenuta da un’adeguata cultura aziendale.

Ed è sul cambiamento e sulla sua accettazione che bisogna lavorare. Senza paura.