Ultimo aggiornamento 27 Ottobre 2020 di Puntoventi
Fare pubblicità radiofonica è un investimento efficace? Pare di sì, quanto meno secondo la campagna “La radio rende“, realizzata da Trip Multimedia Group e promossa da FCP-Assoradio, che ha lo scopo di promuovere l’utilizzo del mezzo radiofonico per la pubblicità.
La campagna è stata ideata facendo seguito al rapporto di ottobre 2015 “Come afferrare Proteo” curato da GFK Italia e Ipsos arricchito dai dati raccolti successivamente dal Tavolo Editori Radio e da FCP, Federazione Concessionarie Pubblicità. Sette spot, ovviamente radiofonici, di 30 secondi ciascuno, che sottolineano i punti di forza di questo canale.
Secondo la campagna “La radio rende” perché è:
– social, grazie all’influenza che esercita sul web;
– coinvolgente, poiché crea emozioni;
– persuasiva, associata alla notorietà degli speaker radiofonici;
– evocativa, con la forza della voce che racconta lo spot;
– un mezzo efficace, perché aiuta a ricordare meglio il prodotto;
– sempre presente, grazie alle nuove tecnologie e alla fruibilità che ne deriva;
– un motore di crescita, con il quale si possono raggiungere milioni di utenti;
– adatto a qualsiasi target, poiché permette localizzazione geografica, format e orari.
Sul sito www.laradiorende.it è possibile scoprire anche “i 10 perché della radio”, ovvero le caratteristiche che rendono la radio un ottimo canale di comunicazione. Tra questi il primo recita che l’investimento ha un ritorno pari a 10 volte, inoltre la radio sembra essere uno strumento più affidabile, veloce, creativo e “giusto” per qualsiasi tipo di pubblicità.
Ovviamente la campagna, appena entrata nel vivo, tira acqua al suo mulino e, tecnicamente, è fatta sicuramente in maniera ineccepibile.
Ma quanto c’è da fidarsi? Tanto, sembra. La campagna sul proprio sito mette a disposizione anche tutti rapporti e le ricerche che valutano lo stato di interesse del mezzo.
In particolare il rapporto del 2015 dona un quadro decisamente ottimista ed ottimale. Esso infatti evidenzia che la radio è il secondo mezzo di massa con una percentuale di fruitori pari all’85% contro il 98% della TV e il 73% del Web. Con circa 35 milioni di utenti, inoltre, rappresenta il mezzo più credibile, il 54% dell’audience infatti ripone maggiore fiducia nella radio, niente male in questi tempi di fake news. Sul totale della popolazione ben l’84% è rappresentato da ascoltatori e, in particolare, gli utenti più fedeli sono giovani e scolarizzati.
Il rapporto con il mezzo radiofonico, sempre secondo lo studio GFK/IPSOS, è continuativo poiché circa il 70% (in particolare della fascia 25-44 anni) ascolta la radio almeno 4/5 giorni a settimana.
L’avvento del web e delle applicazioni non ha intaccato la fruibilità di questo potentissimo mezzo, anzi l’ha amplificato poiché grazie alle APP, a internet, e agli strumenti digitali si sono moltiplicate le possibilità di ascoltare musica e programmi da qualsiasi dispositivo. I siti web delle radio, per seguire streaming e podcast, così come le APP sono utilizzati in particolare dalle fasce più giovani, mentre gli adulti preferiscono ancora l’ascolto in auto o tramite radio tradizionale.
Anche sui social l’attività radiofonica è molto seguita si conta che circa 10 milioni di utenti siano fan/follower di emittenti radio su Facebook e Twitter.
La ricerca evidenzia, infine, come sia possibile avere un quadro chiaro dei vari target a seconda dell’orario di ascolto e che le flessioni di pubblico sono ormai limitate alle ore centrali della giornata e a quelle notturne. C’è da sottolineare che ormai per la maggior parte delle persone la radio è un mezzo di cui si usufruisce quotidianamente, indistintamente dal luogo e dall’occupazione.
Con queste premesse sicuramente la radio è un mezzo che non passa mai di moda e che può prestarsi ad una campagna di promozione efficace e con alte possibilità di successo, tuttavia, come sempre è bene saper valutare a seconda della propria realtà se e quanto possa servire a raggiungere i propri obiettivi.
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