Ultimo aggiornamento 10 Marzo 2020 di Alessandra

Nell’era degli influencer, degli ambassador e dei social media sta prendendo sempre più piede una nuova forma di pubblicità: il marketing collaborativo. In realtà non è qualcosa di particolarmente innovativo, si tratta infatti di una revisione in chiave moderna del passaparola che, nell’era digitale, diventa word of mouth e attraverso community dedicate contribuisce alla notorietà e al successo di un brand.

Queste community comprendono migliaia di utenti disponibili a conoscere, testare e promuovere prodotti in anteprima e contribuire al miglioramento del concept di prodotto attraverso feedback alle aziende. Per l’utente/tester il vantaggio è evidente: ricevere gratuitamente prodotti che non sono ancora sul mercato, provarli e vivere un’esperienza da ambassador, oltre che, nel caso di prodotti tecnologici in particolare, avere la possibilità di trattenere il prodotto a fine prova ad un prezzo ribassato anche del 70%. Per l’azienda che attua una comunicazione di questo genere i vantaggi possono essere molteplici ma soprattutto può essere alto il ritorno di investimento.

Il cambio di prospettiva per le aziende è chiaro, il consumatore non è più solo al centro delle strategie di marketing ma diventa protagonista di esse, portando il suo contributo attivo al successo del prodotto. Ovviamente la strategia deve essere guidata e i propri tester devono essere scelti adeguatamente per rispondere al meglio agli obiettivi della campagna. Perché proprio di una campagna si tratta, con obiettivi e fasi ben definiti. Una volta stabiliti gli obiettivi si profilano gli utenti da coinvolgere e, attraverso le community gestite da abili profilatori, si va a definire il proprio team. Una volta spiegato al gruppo il progetto e inviato il “kit” (prodotti, codici o tester) all’azienda non resta che osservare l’andamento del progetto.

Il progetto ovviamente comprende una fase di promozione dell’adesione al percorso da parte degli utenti che così, attraverso post social, video e recensioni, daranno visibilità al brand, ma bisogna fare anche attenzione ed essere consapevoli dei propri limiti: i feedback sono pubblici e le aziende devono essere pronte ad accettare qualsiasi tipo di “ritorno” anche perché proprio su questo si basa il marketing collaborativo. La profilazione degli utenti è perciò fondamentale anche per “governare” al meglio il raggiungimento dell’obiettivo, bisogna saper scegliere bene i protagonisti del proprio marketing. Questo nuovo approccio va oltre la capacità di promozione di un influencer in quanto l’utente è chiamato a divenire un marketing assistant, ovvero a gestire una parte del processo che va dall’immissione sul mercato del prodotto, alla promozione e commercializzazione ma anche all’eventuale modifica/cambiamento/miglioramento di esso.

Trnd, una delle azienda leader di riferimento del marketing collaborativo, ha stilato i 10 punti fondamentali di questo approccio:

  • Ascolta i tuoi consumatori. E poi ascoltali di nuovo.
  • Scopri il potenziale nascosto dei tuoi consumatori.
  • Collabora con i tuoi consumatori e non aver paura delle loro opinioni.
  • Impara dai consumatori come migliorare i tuoi prodotti.
  • Sviluppa nuovi prodotti non soltanto per i consumatori, ma insieme a loro.
  • Sii leale con i tuoi consumatori e loro saranno leali con il tuo brand.
  • Motiva i consumatori a diventare la tua squadra di Assistenti Marketing.
  • Affida la comunicazione ai tuoi consumatori.
  • Includi i consumatori nella tua struttura aziendale e lavora in sinergia con loro.
  • Ricorda sempre che il consumatore è la tua risorsa più preziosa.

Ancora una volta cambiano i tempi ma sempre più è il nostro cliente a diventare chiave di volta del successo di un brand e questo nuovo passaggio diventa fondamentale nella trasformazione del concetto di pubblicità sempre meno commercial, ancora un po’ storytelling ma sempre più storydoing.