Parlando di Instagram si pensa subito all’ampio ruolo promozionale che hanno le immagini. In realtà anche la didascalia, o caption, sta diventando un elemento fondamentale per contribuire ad aumentare sia le visualizzazioni che l’engagement.

Se in passato caption brevi – non superiori a 100 caratteri – la facevano da padrone, dal 2020 la cosa è un po’ cambiata. Oggi le didascalie per Instagram “ideali” utilizzano tra i 250 e i 500 caratteri. Lo spazio a disposizione consentirebbe di scrivere fino a 2.000 battute ma è sempre bene ricordare che gli utenti non si approcciano a Instagram con l’intenzione di leggere testi lunghi, per cui è sconsigliato superare le 1.000 battute (serve a evitare il rischio di incappare in un calo di attenzione).

Come “costruire” didascalie per Instagram

Una didascalia su Instagram si struttura generalmente in 4 elementi:

  • Incipt: è la parte della caption letta prima di cliccare su “altro” e deve riassumere il senso del post. È uno degli elementi comunicativamente più accattivanti e deve riuscire a coinvolgere l’utente e invogliarlo a proseguire nella lettura;
  • Body: è la parte volta ad ampliare e approfondire sia la parte visuale che l’incipt. Se strutturiamo con cura il body di una didascalia per Instagram riusciamo a far fondere immagine e testo, dandogli significati;
  • Chiusura: è la parte di caption che contiene la call to action e ha lo scopo di coinvolgere l’utente, invitandolo a interagire con like o commenti. Una buona chiusura può essere effettuata anche attraverso una domanda, a patto che non sia troppo tecnica o che vada a toccare la sfera personale dell’utente;
  • Hashtag: è consigliato individuare 10/15 hashtag attinenti all’oggetto del post, in quanto si rivelano fondamentali per rendere visibile la foto o il video agli utenti che potrebbero esserne interessati. Vanno posizionati al termine della didascalia, eccezion fatta per quelli che possono mettere in risalto il nome di un brand o di un prodotto, o che contribuiscono alla “call to action”.

Via libera all’uso di emoji per evidenziare parti del testo e dare rilievo emozionale. Anche in questo caso il principio del “less is more” è sempre valido: non bisogna esagerare con l’uso. Essenziale è anche posizionarle correttamente all’interno della caption: possono sostituire i punti elenchi, o aiutarci a far focalizzare l’utente su un paragrafo che richiede attenzione. In qualunque caso mai in mezzo al testo (per non compromettere la fluidità di lettura).

Che stile utilizzare?

Ci sono diversi stili comunicativi utilizzabili in una didascalia di Instagram (storytelling, piramide rovesciata, open loop…). Conviene individuare quello più adatto a raccontarci, in linea con il nostro tone of voice aziendale, e mantenerlo costante, in modo da rendere ogni post riconoscibile come proprio del brand. Per fare ciò è essenziale definire quali siano gli obiettivi di comunicazione e il target di riferimento.

In generale, è sempre meglio puntare molto su testi chiari, diretti e concisi: la specificità è alla base di qualsiasi comunicazione persuasiva (ancora di più se si hanno pochi caratteri a disposizione, come nel caso delle didascalie per Instagram).

Un altro elemento da prendere in considerazione sono le emozioni: esse sono fondamentali, per far sentire parte del racconto il nostro utente, riuscendo anche a coinvolgerlo nella conversazione.